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Data: 20/10/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Hatria, via ai licenziamenti. L'azienda ieri ha spedito le lettere nonostante la trattativa del 25 ottobre al ministero

TERAMO Sono state spedite ieri mattina le 55 lettere di licenziamento dell'Hatria. A nulla sono valsi gli ultimi tentativi di far desistere i rappresentanti di Cobe Capital, il fondo di investimenti che possiede la fabbrica di sanitari di Sant'Atto messi in atto dai sindacati. Un invio quantomeno intempestivo, è stato sottolineato ieri nell'assemblea pubblica che si è svolta davanti alla fabbrica. Infatti il 25 alle 14 si svolgerà una trattativa nazionale al ministero dello Sviluppo economico proprio sull'Hatria. «Abbiamo chiesto all'azienda, e lo ha chiesto anche il governo, di aspettare 5 giorni e ci è stato risposto di no», commenta perentorio il vicepresidente della Regione Giovanni Lolli, «se l'amministratore delegato si assume la responsabilità di licenziare prima del tavolo nazionale lo denunceremo pubblicamente. Intanto blocchi le lettere di licenziamento. Noi chiediamo di sederci a un tavolo e vedere il piano industriale serio: comincio a pensare che il problema non sarà limitato ai 55». L'accelerazione delle trattative nazionali è stato data da un incontro che alcuni membri della Rsu, accompagnati dal sindaco di Castellalto, Vincenzo Di Marco, hanno avuto ieri mattina con Matteo Renzi a Scerne. «Abbiamo fatto un estremo tentativo», racconta Di Marco, «Renzi ha parlato con il viceministro Teresa Bellanova. C'è stata una serie di fitte telefonate e il viceministro ha convocato il tavolo nazionale. Il 25 all'incontro ci sarà la stessa Bellanova proprio per manifestare l'interesse del governo verso questa situazione. Ha anche più volte parlato con l'azienda. E l'azienda ha detto fra le righe dà la disponibilità sul tavolo - queste sono parole che dobbiamo valutare tutti con attenzione - ma la stessa disponibilità la chiede ai lavoratori per la ripartenza della fabbrica. Quanto sia credibile tutto questo? Non lo so». Insomma, l'Hatria chiede di fermare lo sciopero, pur avendo inviato le lettere di licenziamento. Di questo argomento si discuterà oggi nell'assemblea dei lavoratori.All'incontro al ministero parteciperà anche il presidente della Provincia Renzo Di Sabatino, presente ieri all'assemblea pubblica insieme a Lolli, Di Marco, all'assessore del Comune di Teramo Franco Fracassa e ai sindaci di Basciano e Campli, rispettivamente Alessandro Frattaroli e Pietro Quaresimale. «Io andrò, anche se non sarò invitato, per fare una semplice richiesta all'Hatria: se avete trattative in corso per la cessione dello stabilimento concludetele al più presto e toglietevi dai piedi. Non è possibile continuare così. I bilanci li sappiamo leggere tutti: la fabbrica l'hanno "acquistata" a un euro e non hanno fatto investimenti, però prendono 350mila euro all'anno di consulenze strategiche. In due anni sono stati presi 700mila euro». I sindacati - la vertenza è seguita da Giampiero Dozzi (Filctem Cgil) e da Serafino Masci (Femca Cisl) - dal canto loro chiedono «atti concreti: bisogna dare corpo e vita a questa vertenza che si sta esaurendo. L'azienda finora è stata sorda. Prendiamo atto che c'è una trattativa a livelli più alti che coinvolge il governo, ma per ora non vediamo ancora nulla». E intanto probabilmente già oggi arriveranno in 55 case le lettere di licenziamento. Per 55 operai la prospettava saranno solo due anni di Naspi. Intanto ieri sera si è svolta, sempre davanti all'industria "Non è ancora finita", un evento che ha visto l'esibizione di alcuni artisti teramani e che ha avuto contemporaneamente lo scopo per raccogliere fondi per i lavoratori che ormai da un mese hanno dato vita a un presidio permanente.Si sono esibiti Il comico e cantante Stellina, a seguire il musicista teramano Dante Francani e poi il gruppo "Tipi Foschi".

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