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Pescara, 24/07/2024
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Data: 20/10/2017
Testata giornalistica: Il Centro
E Matrone piomba dalla funzionaria che respinse l'allarme. Il blitz in prefettura. Il pasticcere rimasto invalido dopo 60 ore sotto le macerie va a chiedere spiegazioni e la donna esce in lacrime

PESCARA «Mi presento: sono Matrone Giampaolo, una non vittima di Rigopiano. È lei la signora che ha risposto al telefono, e che ha lasciato correre e che non ha dato l'allarme, perché aveva cose più importanti da seguire invece dell'albergo che era crollato?». Dura una manciata di minuti, ma è un confronto pesante quello che si è svolto ieri mattina a sorpresa, in un ufficio della Prefettura, tra il pasticcere di Monterotondo salvato, ma rimasto invalido dopo 60 ore sotto le macerie dell'hotel Rigopiano, e la funzionaria che alle 18,03 del 18 gennaio smontò la richiesta di aiuto di Quintino Marcella, il ristoratore che da quasi un'ora, dopo la disperata chiamata dello scampato Giampiero Parete, si stava dannando per dare l'allarme della valanga. «Il 118», chiosò la donna al telefono con Marcella, «mi conferma che hanno parlato con il direttore dell'albergo Rigopiano due ore fa, e non è crollato nulla. Stanno tutti bene. Quindi io non so che cosa dirle. Purtroppo la mamma degli imbecilli è sempre incinta».Una telefonata che nei giorni seguenti, quando tutto il mondo parlò del disastro di Rigopiano e delle 29 vittime morte prigioniere dell'hotel isolato dalla neve, fece il giro del web. Fino a diventare quasi il simbolo della superficialità che portò alla morte quelle 29 persone che pure, alle 18,03, comunque non si sarebbero salvate. «Le persone morte non si sarebbero salvate, ma se i soccorsi fossero arrivati prima io non avrei perso l'uso della gamba e della mano» le ha rinfacciato ieri mattina Matrone piombato nell'ufficio della funzionaria con una piccola delegazione del Comitato vittime di Rigopiano. Una visita che certamente la donna non si aspettava quando ha sentito bussare alla porta e ha detto "avanti".«Ho la scarpa slacciata perché con questa mano non me la posso più allacciare, non lavoro, con una figlia e senza una moglie», l'ha incalzata il pasticcere di Monterotondo che sotto le macerie del resort ha perso la moglie Valentina Cicioni.«Io, io non ho dato l'allarme?», ha risposto incredula la funzionaria mentre chiedeva di tenere aperta la porta e chiamava al telefono il vicario del prefetto. «Lei ha riattaccato il telefono dicendo che aveva da fare con le donne incinte e con i dializzati, l'ha sentita la telefonata che gira sul web?» è andato avanti Matrone con il tutore alla mano destra che non riesce più a utilizzare e claudicante dalla gamba sinistra. Neanche due minuti di confronto da cui la funzionaria è uscita con le lacrime agli occhi quando di lì a poco è arrivato il vicario. «Sono venuto ad accettare o a prendere le scuse della signora», è andato avanti Matrone, «perché è andata via? Sono venuto a chiedere spiegazioni, pensando di trovare una persona che mi accoglieva in un altro modo, perché non mi ha spiegato?» ha ripetuto Matrone che da mesi chiedeva di vedere e di farsi vedere, dalla funzionaria che in tutta questa tragedia non risulta, comunque, avere alcuna responsabilità.«La volevo guardare negli occhi, e volevo che lei vedesse come sono ridotto dopo tutte quelle ore passate sotto le macerie ad aspettare i soccorsi», ha commentato Matrone. «Ma almeno dopo tanti giorni che piangiamo noi, abbiamo visto piangere qualcun altro».


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