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Data: 22/10/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Allerta inquinamento. Si spera nel meteo. Le polveri sono al top. Torino, che ha bloccato anche i diesel Euro5, la più inquinata. La presenza di Pm10 nell'aria cresce anche in Valle d'Aosta. Chiudere le finestre è del tutto inutile

TORINO Tutti col naso all'insù a scrutare oltre la coperta grigia che da qualche giorno nasconde il cielo. Le regioni del Nord sperano nella pioggia e nel vento, annunciati dalle previsioni meteo, per far fronte all'emergenza smog, che rende l'aria delle città irrespirabile, in una escalation di pm10 che non sembra avere fine. Torino, che ieri ha bloccato anche i diesel Euro5, è la città più inquinata: da gennaio a oggi salgono a 70 i giorni di superamento delle polveri sottili. Male anche Milano e Venezia, appaiate a quota 59 nella speciale classifica stilata da Legambiente, ma la presenza di Pm10 nell'aria cresce anche tra le montagne della Valle d'Aosta. Ed è polemica sull'incapacità della politica di affrontare il problema. «Quella che stiamo vivendo non è una cosa capitata all'improvviso, la pianura padana ha una configurazione morfologica che la porta ad essere più vulnerabile delle altre», sottolinea il ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti. «Nei mesi abbiamo fatto uno sforzo organizzativo di coordinamento molto forte, abbiamo lavorato su un protocollo d'intesa con delle azioni strutturali di medio periodo e con delle azioni che devono entrare in funzione nei momenti d'emergenza», aggiunge, precisando che il ministero «più di una funzione di coordinamento» non può avere. «Il blocco del traffico e le decisioni sulla temperatura delle case spettano ai Comuni, e le Regioni hanno altre competenze». Troppo poco per il coordinatore dei Verdi, Angelo Bonelli, che bolla Galletti come il «ministro del Non-Ambiente». Di fronte al «nulla» deciso dal suo governo, dice Bonelli, «in altri Paesi del Nord Europa i ministri dell'Ambiente sono impegnati nell'avvio di processi di conversione ecologica dei sistemi, investendo cifre che superano il miliardo di euro». Il sindaco di Bologna, Virginio Merola, ricorda che «nessuna politica pubblica può, da sola, invertire la rotta, mentre la prima cittadina di Torino, Chiara Appendino, punta il dito contro »anni di assenza di politiche dedicate a creare miglioramenti strutturali«. »Questa è una situazione emergenziale - sottolinea - e le situazioni emergenziali non si creano quasi mai da un giorno all'altro«. La decisione di bloccare anche i diesel Euro 5, e l'invito a chiudere porte e finestre, hanno suscitato critiche e ilarità, ma Appendino tira dritto. »Non abbiamo esagerato«, sostiene la sindaca del capoluogo piemontese. »Nessun amministratore si diverte a bloccare le auto, consapevole di creare possibili disagi, ma quando ci si trova di fronte a un'emergenza, è necessario prendere delle scelte. I rilevamenti di questi giorni mostrano una situazione grave. Sulla salute non abbiamo nessuna intenzione di prendere le cose con leggerezza«. E allora non resta che sperare nel meteo, con pioggia e venti forti che domani dovrebbero ripulire un pò l'aria in Val Padana.


Chiudere le finestre è del tutto inutile

«Le polveri sottili riescono a penetrare ovunque. Nessun protocollo prevede che, per limitare gli effetti dello smog, si debbano tenere le finestre chiuse». Lo afferma all'ANSA il professor Maurizio Prota, primario di Pneumologia all'ospedale Mauriziano di Torino, secondo il quale l'emergenza di questi giorni, che ha portato al blocco delle auto diesel fino all'Euro 5, andrebbe affrontata con «provvedimenti più strutturati e globali». «Gli studi hanno dimostrato che l'esposizione alle polveri sottili può essere dannosa - aggiunge -. Sappiamo che al mondo ci siano circa 12 milioni di morti premature per effetti inquinanti e che circa 1,4 milioni di queste morti sono in Europa». Il problema riguarda in particolare i bambini, gli anziani e le persone affette da malattie croniche. E a preoccupare non sono soltanto i livelli di Pm10, «che se inalate - spiega Prota - si fermano alle vie aeree maggiori». Più rischiose, prosegue, sono «le Pm 2.5 che, più fini, possono diventare dannose per cuore, cervello e quant'altro». L'emergenza attuale non ha determinato un aumento di accessi al pronto soccorso. «È probabile che siano aumentate le visite domiciliari - conclude Prota -. Per capire bisognerà aspettare tre o quattro settimane».

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