ROMA Tetto a tremila euro per il dimezzamento degli oneri in caso di assunzione di dipendenti fino a 29 anni di età. È il valore di compromesso su cui si è assestato il lavoro preparatorio della misura probabilmente più importante della legge di Bilancio, quella decontribuzione che nelle intenzioni del governo dovrebbe accompagnare in tre anni quasi un milione di nuovi posti. Il testo del provvedimento è atteso in Parlamento all'inizio di questa settimana, dopo che lunedì scorso ne era stata approvata in Consiglio dei ministri una versione provvisoria con il metodo del salvo intese.
IPOTESI ALTERNATIVE Per la decontribuzione l'ipotesi valutata nei giorni scorsi prevedeva un tetto di 3.250 euro, sul quale si basavano le stime della relazione tecnica sia in termini di impegno finanziario che di lavoratori coinvolti. Ma c'era anche un'ipotesi alternativa che prevedeva un valore più basso, fissato a 2.750 euro con la possibilità però negli anni successivi di rivalutare l'importo in base all'inflazione. Alla fine quindi è stata scelta la via mediana a quota 3 mila. Con questo valore dovranno quindi essere leggermente ridimensionate le quantificazioni fatte che prevedevano per il 2018 (anno di transizione in cui il limite di età sale a 34 anni) 380 mila assunzioni, e poi 300 mila per ciascuno dei due anni successivi. Non si tratta naturalmente di posti indotti tutti dal regime agevolato; il governo anche sulla base delle esperienze precedenti stima un incremento del 30 per cento rispetto al normale andamento del mercato del lavoro in quella fascia di età: sono queste assunzioni l'effetto aggiuntivo della misura.
Nella stessa relazione tecnica sono poi presi in considerazione ulteriori lavoratori che fruirebbero del parziale esonero contributivo, in aggiunta alle assunzioni secche. Si tratta di quelli impegnati nell'apprendistato, il cui contratto verrebbe trasformato a tempo indeterminato: sono 62 mila nel 2018 e 186 mila a regime. E poi le assunzioni che scatterebbero dopo un percorso di alternanaza scuola-lavoro, che a regime sarebbero 56.700. Includendo anche alcune migliaia di operai agricoli si arriverebbe così a un numero massimo di oltre 1.200.000 lavoratori con esonero nel 2020. Cifre che come si è detto risultano un po' più basse applicando il tetto a 3 mila euro. Si può anche ricordare che in occasione della decontribuzione generalizzata del 2015, in vigore senza limiti di età ma per un solo anno e quindi non strutturale, a fronte di un esonero contributivo totale il tetto era stato fissato a 8.060 euro. Dunque nelle primissime fasi di messa a punto della nuova misura si era ipotizzato un tetto pari alla metà di quella somma, poco più di 4 mila euro; d'altra parte le retribuzioni medie per le assunzioni di giovani fino a 29 anni possono risultare un po' più basse rispetto alla tendenza generale.
LO SCONTO PER IL SUD Sempre con la legge di bilancio sarà conservata la decontribuzione ad hoc per le Regioni meridionali, che vale il 100 per cento dei contributi: come indicato dal ministro della Coesione De Vincenti si applicherà ai lavoratori sotto i 35 anni e a quelli con sei mesi di precedente disoccupazione.