Lo dovevano fare un anno fa ma non hanno ancora cavato un ragno dal buco. Nel frattempo ne parlano: convegni, annunci roboanti, relatori e super relatori. E soprattutto prorogano.
E’ dell’11 ottobre scorso la delibera con cui la giunta regionale abruzzese ha di fatto rinnovato l’intenzione di costituire il soggetto aggregatore regionale, l’organismo cioè che dovrebbe gestire la centrale unica degli acquisti e degli appalti, molto importante per razionalizzare la spesa. Il termine scadeva il 30 settembre, doveva essere tutto pronto, invece niente di niente. E allora che bisogno c’è di ribadirlo se era stato tutto già scritto? C’è, un bisogno: quello di autorizzare la “proroga delle collaborazioni esterne” per altri 12 mesi, “tenuto conto del grave nocumento che deriverebbe alla regione Abruzzo dalla mancata attuazione degli obblighi del soggetto aggregatore”. Si preoccupa, la Regione, non tanto dei ritardi quanto di precisare, al punto 6, che la proroga dei contratti “debba avvenire alle stesse condizioni dei contratti originari”.
Insomma, una proroga di contratti a consulenti esterni che in teoria non si potrebbe fare, visto che la Regione ha le assunzioni bloccate a causa della mancata approvazione dei rendiconti, ma che in questo caso viene fatta perché i contratti saranno finanziati dal Ministero dell’Economia e Finanze. Anche se in molti continuano a nutrire seri dubbi. E non solo: la Regione con la delibera 566 stabilisce anche il rinnovo delle convenzioni sottoscritte con le Asl per il distacco di personale, sempre per un altro anno.
Soldi, altri soldi buttati per un progetto che si sarebbe dovuto realizzare in pochi mesi, anzi in pochi giorni a giudicare la fretta dello scorso anno.
Che fretta che aveva la Regione Abruzzo a settembre 2016 di nominare Paolo Menduni commissario dell’Aric (Agenzia di informatica e committenza), nonostante ci fosse già un direttore generale?
Tanta fretta, ma a distanza di un anno siamo ancora punto e a capo, contratti di consulenza a parte. La centrale unica per gli acquisti non è mai partita, il famoso soggetto aggregatore, sul quale la Regione ha chiamato a discutere il commissario nazionale alla spending review Yoram Gutgeld, dirigenti della ragioneria dello Stato, il direttore della centrale acquisti Ikea, il direttore Country Italia Enel e il presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti, in Abruzzo non esiste, se si fa eccezione per la poltrona di Menduni. E per quella dei tre consulenti nominati dalla Regione Abruzzo.
Non ci persero tempo, a fare il bando per assumere tre figure professionali di supporto al nuovo commissario: pochi giorni dopo l’approvazione della legge, il 3 ottobre del 2016, ecco pronti i nomi per tre contratti Cococo, che sono stati rinnovati l’11 settembre scorso. Così Federica Evangelista (una delle dipendenti regionali che andrà a fare il dottorato in sovrannumero all’Unite), compenso lordo 70 mila euro, Roberta Di Biase (consigliere nel cda della Saga e sorella di Vittorio Di Biase, il responsabile del Genio civile interrogato nell’inchiesta Pescaraporto), 35 mila euro, Massimo Speca (figlio dell’ex presidente del Tar di Pescara), altri 35 mila.
La stessa Federica Evangelista che è stata da pochi giorni ammessa al dottorato dell’Università di Teramo come dipendente della Regione Abruzzo. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole mentre le spese lievitano a vista d’occhio, compreso il rinnovo delle convenzioni con le Asl: anche qui soldi buttati. Eppure, dentro l’Agenzia, ci sarebbero molte professionalità ma non importa: meglio affidare consulenze. Tanto paga Pantalone.
E ora, a quanto pare il super celebrato Menduni non gode più della fiducia di Luciano D’Alfonso, il direttore generale dell’Aric Sandro Di Minco è praticamente commissariato, i consulenti finora non hanno prodotto alcunchè e quel poco che si potrebbe fare non si fa perchè c’è l’ordine di non fare nulla, di non spendere.
ps: Ma solo di rinnovare le consulenze. Servono a questo le agenzie e le partecipate.