ROMA Per gli italiani il traguardo della pensione si allontana. Nel 2019 l'età salirà a 67 anni. L'Istat ha così confermato le stime sulla crescita della speranza di vita, allungando di cinque mesi l'uscita dal lavoro, oggi fissata a 66 anni e sette mesi. Il meccanismo di adeguamento tra longevità ed età di ritiro scatta infatti in automatico. Lo prevede l'ordinamento e per cambiare le cose servirebbe un intervento di legge. I sindacati lo invocano, chiedendo «il blocco» dell'ingranaggio. Ma il Governo con la ministra della P.a, Marianna Madia, replica che molto è già stato fatto «dall'Ape social ai precoci». Comunque secondo il titolare del Lavoro, Giuliano Poletti, «i tempi» per rivedere la materia il Parlamento li ha. Intanto sale l'attesa per la sentenza della Consulta sulla rivalutazione degli assegni. Si tratta di una questione ereditata dalla riforma Fornero, oggetto già di un ricorso che nel 2015 ha portato ad un rimborso, il cosiddetto bonus Poletti. Misura considerata parziale dai ricorrenti, che lamentano penalizzazioni per «sei milioni di pensionati». Ne è seguito un appello bis sui cui oggi la Corte Costituzionale si dovrebbe pronunciare. Nell'udienza l'avvocato dell'Inps ha stimato in 30 miliardi i costi di una stroncatura totale del bonus. Cifre che dicono molto sull'impatto per i conti pubblici. Non a caso, dagli orientamenti emersi, sembrerebbe improbabile una bocciatura completa del rimborso. Insomma il fronte pensioni è quanto mai caldo. E si parte da una certezza: la speranza di vita sale. Alla nascita è di 85 anni per le donne e 80,6 per gli uomini. Una buona notizia, confortata anche dalla riduzione delle morti. In ballo però non c'è solo lo stato di salute. L'aspettativa per gli over65 è infatti alla base dell'aggiornamento dell'età per la pensione di vecchiaia, che nel 2016, rispetto al 2013, si allunga di di cinque mesi. Un rialzo che dovrebbe scattare, sempre dal 2019, anche per le pensioni anticipate (ex-anzianità) con la richiesta di 43 anni e tre mesi di contributi per gli uomini e 42 anni e tre mesi per le donne. Il Governo dovrebbe recepire le indicazioni dell'Istat in un decreto interministeriale entro quest'anno. Di scenari alternativi se ne è molto parlato ma al momento non sembrano avere tante chance. Nelle settimane scorse era spuntata l'ipotesi di un rinvio della decisione all'anno prossimo, magari dopo le elezioni. Cgil, Cisl e Uil insistono per una sospensione del meccanismo di adeguamento automatico tra aspettativa di vita ed età di uscita. Un modo, sostengono, per avere il tempo di rimettere mano alla materia.