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Pescara, 24/11/2024
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Data: 25/10/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Poste in Abruzzo. Caso politico. M5S: uffici postali a rischio chiusura. Ma l'ente rassicura. Colletti: ne perderemo 274. Melilla e Licheri rincarano. Le Poste: cambia solo la consegna

PESCARA Gli uffici postali abruzzesi diventano un caso politico. Il deputato 5 Stelle, Andrea Colletti, lancia l'allarme: «Li chiuderanno del tutto, o li apriranno solo a giorni alterni, in 274 comuni». Rincarano la dose il parlamentare di Mdp, Gianni Melilla, e il segretario regionale di Sinistra Italiana, Daniele Licheri, che danno per scontata la chiusura. Ma Poste italiane replica: «Nessuna chiusura, totale o parziale, ma solo consegna a giorni alterni della posta». Tutto parte da un'interrogazione parlamentare del Movimento 5 Stelle.
PICCOLE E PENALIZZATE. «Grazie al question time al Ministro dei Trasporti di questa settimana della collega Arianna Spessotto», dice Colletti, «abbiamo scoperto che saranno ben 274 gli uffici postali che chiuderanno i battenti, o ridurranno gli orari prima di una futura chiusura certa, nel quadriennio 2016-2019, sui 4.300 soppressi o in via di chiusura in tutt'Italia. Uno scenario che desta preoccupazione» commenta il deputato M5S. «Nel documento ufficiale del Ministero dei Trasporti e delle Telecomunicazioni è asserito che i tagli riguarderanno 96 comuni della provincia di Chieti, 103 de L'Aquila, 39 di Pescara e 36 di Teramo. «Questi tagli», aggiunge il pentastellato, «colpiranno le piccole realtà dove il servizio postale ha un ruolo basilare».
CI PENSA DELRIO. «Il piano dei tagli contrasta con le norme dell'Unione europea che obbligano gli Stati membri ad assicurare la raccolta e la distribuzione degli invii postali al domicilio del destinatario», afferma ancora Colletti. «Dal Ministero ci hanno voluto rassicurare dicendo che, in alcuni casi, degli uffici rimarranno aperti comunque due volte a settimana e che si tratta solo di un piano di razionalizzazione. Ma noi non staremo a guardare: chiederemo al ministro Graziano Delrio di prendere in mano la situazione».
SCENDONO IN CAMPO. Melilla e Licheri alzano poi il livello d'allarme. Il primo presenta un'interrogazione al Ministro dello Sviluppo Economico e al Ministro dei Trasporti e Infrastrutture in cui scrive di un «devastante processo di ristrutturazione nazionale della presenza territoriale delle Poste Spa». E definisce certa «la chiusura in Abruzzo, entro il 2019, di ben 274 uffici postali». Per il deputato Mdp «saranno colpiti i comuni più piccoli e ed i cittadini più anziani: basti pensare al pagamento delle bollette e alla riscossione delle pensioni». Così Melilla chiede ai due ministri «di richiamare Poste Spa, azienda ancora a forte partecipazione statale, al suo insostituibile ruolo sociale rivedendo queste scelte scellerate di impoverimento della sua presenza nei territori più fragili socialmente dell'Abruzzo». E il segretario di SI, Licheri, non è da meno: «E' un piano inaccettabile. Come Sinistra Italiana Abruzzo intendiamo batterci a difesa dei cittadini delle aree interne ad usufruire di un servizio capillare ed efficiente. Chiediamo alla Regione Abruzzo di alzare la voce contro questa scelta silenziosa del Governo».
LA MICCIA ACCESA. Il livello della polemica si alza. A innescare la miccia è l'interrogazione presentato il 16 ottobre dalla 5 Stelle Arianna Spessotto. Nel testo dell'interrogazione non si parla di chiusure ma viene sollevato il problema del recapito a giorni alterni della posta, come dispone una delibera, la 395 del 2015, dell'Autorità delle comunicazioni (Agcom). La deputata così chiede «come si concili il nuovo contratto di programma 2015-2019, siglato tra il Ministero dello sviluppo economico e Poste italiane (dopo la delibera dell'Agcom, ndr), sulla consegna a giorni alterni con la normativa comunitaria in materia di accesso degli utenti al servizio postale universale». Una norma della Ue che recita: «La distribuzione degli invii postali al domicilio del destinatario sia garantita come minimo cinque giorni lavorativi a settimana».
PARLA IL GOVERNO. Alla Spessotto risponde in aula il sottosegretario del ministero per lo Sviluppo economico, Antonello Giacomelli: «Il quadro normativo relativo al servizio postale universale», dice in un passaggio importante della risposta durante il Question time, «è stato modificato dal Parlamento, nell'ambito della legge di stabilità 2015, con l'introduzione di misure di maggiore flessibilità riguardanti anche la modalità di recapito e il relativo regime di deroghe». Modifiche che hanno lo scopo di «bilanciare la sostenibilità economica dell'onere del servizio universale della società Poste italiane con le mutate esigenze degli utenti». Ma l'M5S si dice insoddisfatto. Questo accade il 16 ottobre. Ieri Colletti, Melilla e Licheri hanno sollevato il caso.
MA POSTE REPLICA: «In Abruzzo non si registra nessuna emergenza sugli uffici postali», dice la società, «non è infatti intenzione dell'azienda produrre iniziative che vadano ad impattare sugli uffici postali, luoghi che tradizionalmente sono punti di riferimento per l'erogazione di servizi dedicati ai cittadini, alle imprese e alla Pubblica amministrazione». Quindi che cosa accadrà nei 274 Comuni? «Gli interventi collegati con la riforma del Servizio Postale Universale, come previsto dalla delibera Agcom, sono ancora in fase di valutazione», conclude Poste italiane. In altre parole: solo una riorganizzazione della consegna che avverrà a giorni alterni. Ma il piano non è ancora completo.

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