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Data: 26/10/2017
Testata giornalistica: News-town
Fusione Ama-Tua, a L'Aquila centrodestra e centrosinistra si riscoprono uniti per difendere il trasporto pubblico locale. All'interno di Tua e dello stesso consiglio regionale ci sono diverse resistenze. Lo stesso Camillo D'Alessandro, sottosegretario regionale con delega ai trasporti, non si è mai mostrato entusiasta per l'operazione, pur non avendola mai formalmente avversata

Divise e ai ferri corti su tutto, maggioranza e opposizione, all'Aquila, si riscoprono unite sul tema dei trasporti, in particolare su un'operazione, la fusione di Ama in Tua, da cui dipende il futuro del trasporto pubblico locale cittadino.

Ieri, in una commissione Bilancio convocata proprio per discutere il passaggio che farà confluire la partecipata municipale in quella regionale, centrodestra e centrosinistra, comprese le forze civiche, hanno concordato di formulare un documento unitario, che, una volta redatto, sarà sottoposto all'approvazione del consiglio comunale, contenente i principi che dovranno indirizzare il percorso.

I sindacati sono preoccupati perché il tempo passa e ancora non si è fatto nulla. Entro la fine dell'anno la Regione deve approvare la legge che autorizza la fusione. Dopodiché, entro giugno 2018, andranno predisposte e sottoscritte le carte che ufficializzeranno il passaggio di Ama, con tutto il suo patrimonio (bus, immobili ecc.) sotto l'egida di Tua. Finora, però, siamo, almeno a livello di atti, quasi all'anno zero.

L'Ama, il cui socio unico è il comune dell'Aquila, in questo momento ha un contratto di servizio con un affidamento in house che termina nel 2019. Se le pratiche per la fusione non verranno velocizzate, dicono i sindacati, si rischia di arrivare a questa scadenza senza ancora aver concluso l'iter. A quel punto il comune sarebbe costretto ad andare a gara, cioè ad aprire ai privati; un'opzione che le forze sociali vogliono assolutamente scongiurare, per tutelare quei servizi essenziali che invece un'azienda privata sarebbe portata a tagliare perché poco redditizi.

I sindacati hanno escluso qualsiasi altra ipotesi di compravendita o di acquisizione se non la fusione. Quest'ultima, a parer loro, è l'unica opzione per ottimizzare, razionalizzare e quindi in definitiva migliorare un servizio che ora fa acqua da tutte le parti.

Il trasporto pubblico locale, all'Aquila, è sempre stato un tema trascurato dall'amministrazione. Prova ne sia che, all'interno della struttura comunale, manca un ufficio o un dipartimento che se ne occupi in modo specifico ed esclusivo. Le criticità maggiori, oggi, derivano dal fatto che l'Ama ha un parco macchine obsoleto con cui deve coprire un territorio vastissimo, dove molte corse sono spesso deserte e in cui alcune tratte si accavallano con quelle di Tua, con il risultato che ci sono due gestori che coprono le stesse porzioni di un territorio la cui densità abitativa è molto bassa.

Va detto che a volere questo matrimonio sono soprattutto il comune dell'Aquila e l'Ama mentre all'interno di Tua e dello stesso consiglio regionale ci sono diverse resistenze. Lo stesso Camillo D'Alessandro, sottosegretario regionale con delega ai trasporti, non si è mai mostrato entusiasta per l'operazione, pur non avendola mai formalmente avversata.

Prima di fare alcunché, tuttavia, il comune dovrà valutare tutto il patrimonio, la situazione finanziaria e gli asset di Ama (che ha chiuso gli ultimi bilanci in attivo) per stabilire quanto vale l'azienda e di conseguenza per capire cosa chiedere alla Regione in fase di negoziazione.

"E' stata una commissione molto positiva" dice a NewsTown Carla Mannetti, assessore ai Trasporti del comune dell'Aquila "Abbiamo raggiunto un punto di incontro tra maggioranza e opposizione su un progetto che deve essere perseguito per il bene della città. Adesso esamineremo bene tutta la documentazione e usciremo con un documento unitario. E' un gesto di responsabilità da parte di tutti. Si ragionerà sulla fusione, si approfondiranno i documenti elaborati finora, ricalcando la tempistica data dagli accordi tra sindacati e regione: approvazione, entro il 31 dicembre, di una legge sulla fusione e poi entro giugno 2018 sottoscrizione degli atti".

Quanto agli scetticismi che serpeggiano in consiglio regionale, anche nella maggiornaza di centrosinistra, "bisogna far capire" spiega Mannetti "che questa fusione è molto importante per L'Aquila, che è il capoluogo di regione e vive una situazioe particolare, legata al post terremoto, che non ci consente di vivere nella normalità per quanto riguarda il trasporto pubblico. La Regione deve capirlo e venirci incontro".

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