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Pescara, 24/11/2024
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Data: 26/10/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Lotti porta i soldi per Pescara per il nuovo stadio

Una squadra forte per il nuovo stadio alla Pineta. Il Pescara non c'entra - non per ora -, c'entra invece la capacità di pubblico e privato di fare squadra per dotare entro il 2020 la città di un impianto per il calcio, seguendo l'esempio di Torino (Juve), Udine, Sassuolo, Frosinone e adesso Cagliari. «Un'opera strategica» l'ha definita il ministro Luca Lotti, ieri in sala giunta in Comune al fianco del sindaco Marco Alessandrini e del governatore Luciano D'Alfonso, con l'ingegner Umberto Sgambati, titolare della Proger che firma il progetto, il presidente biancazzurro Daniele Sebastiani e i dirigenti nazionali del calcio Vincenzo Marinelli e Gabriele Gravina in prima fila con il prefetto Francesco Provolo. Sulla necessità di fare squadra ha insistito in apertura D'Alfonso, severo nei confronti del Mibact: «Serve una pubblica amministrazione che sia compatibile con il privato, non è possibile che una figura stipendiata dallo Stato, in nome del presidio di una competenza che difende, realizzi una serie di no e non faccia fare successo a quella iniziativa economica» ha detto, memore del vincolo imposto sullo stadio Adriatico-Cornacchia.
E' stato il progettista Giovanni Vaccarini a illustrare il nuovo impianto che l'amministrazione comunale immagina ai piedi di Colle Pineta, nelle vicinanze della riserva dannunziana, «ma oltre la ferrovia» ha ribadito l'assessore Stefano Civitarese. «Sarà uno stadio verde - ha detto Vaccarini - su dieci ettari. Parcheggi di scambio da 900 posti e una fermata ferroviaria formeranno un hub trasportistico». Lo stadio avrà 21 mila posti e servizi quali Casa Pescara, spazi per gli Sky Box, ma anche e soprattutto spazi commerciali su 16.200 metri quadrati con ristoranti e negozi e 4mila metri quadri coperti.
Una infrastruttura che si regge su un piano finanziario da 70 milioni, ecco perché ieri, al di là dell'enfasi sul valore sociale dello sport, sono stati ripetuti gli appelli al ministro per un aiuto concreto. «A Lotti dico che la risorsa finanziaria è limitata, la normativa è straordinaria anche grazie alla flessibilità che avete introdotto, ma noi abbiamo bisogno di un'altra risposta da mettere in campo oltre quella delle idee e delle imprese - ha detto D'Alfonso - ovvero che la pubblica amministrazione si presenti compatibile con l'impresa privata». In parole povere servono soldi per trasformare il sogno in realtà.

18 MILIONI PER LE PERIFERIE Lotti è stato al gioco e ha esordito con una notizia non nuova ma buonissima: «A giorni saranno disponibili i 18 milioni per le periferie» ha detto il ministro. Quanto alle motivazioni dietro l'opportunità di un nuovo stadio, Lotti si è soffermato sull'esigenza di valorizzare il prodotto calcio, non senza lanciare una frecciata ai vertici della Lega: «E' incredibile che un campionato come quello di serie A che fattura 1,2 miliardi di euro l'anno non abbia una governance in grado di valorizzare il prodotto». Poi ha illustrato i «tre pilastri» su cui ha cercato di lavorare: governance, «su cui il ministro non interviene ma è libero di dire la sua»; infrastrutture, «siamo intervenuti con una modifica sulla normativa e con il superamento della tessera del tifoso perché, come dice Zeman, qui a Pescara non conta solo vincere ma portare persone allo stadio»; e legge Melandri, «riorganizzata con una modifica per la redistribuzione dei diritti - ha concluso Lotti - in modo da assegnare più risorse alle società piccole e rendere il campionato più interessante».

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