TERAMO Più potere ai Comuni, accelerazione per le scuole e procedure semplificate per le opere pubbliche. Si è presentata con queste credenziali il nuovo commissario alla ricostruzione Paola De Micheli nell'incontro di ieri mattina con i sindaci e i rappresentanti delle associazioni di categoria delle aree colpite lo scorso inverno dalla doppia emergenza di terremoto e neve. Nella sede dell'ufficio speciale che gestirà le pratiche legate al sisma, affollata da amministratori e tecnici, il sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri ha risposto alle sollecitazioni rivoltegli dai primi cittadini. A rompere il ghiaccio è stato, però, il governatore Luciano D'Alfonso che ha tracciato il quadro della situazione. «Abbiamo un'ottima impalcatura normativa, una buona dotazione economica e un'efficace struttura amministrativa», ha evidenziato, «sono soddisfatto di quello che abbiamo messo in campo e dal lavoro fatto finora dagli uffici». Il presidente ha tradotto queste valutazioni in due dati: i 13,4 milioni di euro pronti per la copertura delle spese sostenute dagli enti locali per gli interventi emergenziali e l'operazione da 67 milioni di euro per il reperimento di 427 alloggi invenduti da mettere a disposizione degli sfollati. Al commissario D'Alfonso ha comunque chiesto una maggiore «fluenza» delle risorse già stanziate per compensare i minori introiti tributari comunali conseguenti ai danni provocati dal sisma e l'ampliamento delle competenze dei Comuni in particolare per la ricostruzione privata, partendo da quella cosiddetta leggera per gli immobili con esito B. Altri temi sono stati posti dai sindaci. In particolare quello di Teramo Maurizio Brucchi ha fatto riferimento alle scuole «su cui ci giochiamo gran parte della nostra credibilità» e sulla necessità di ampliare le maglie della zona economica speciale, dei cui vantaggi possono beneficiare solo poche imprese. La questione delle risorse è stata posta dal sindaco di Montorio Gianni Di Centa che ha anche posto il temi delle sovrapposizioni dei danni tra i terremoti del 2009 e dell'anno scorso e dei bonus fiscali. Il commissario ha risposto alle tante sollecitazioni richiamando la necessità di «mettere a terra quello che già c'è» in termini normativi, amministrativi e di fondi. «Abbiamo tutto quello che serve in teoria», ha evidenziato, «ora si tratta di tradurlo in fatti». Per il salto di qualità nel lavoro impostato dal suo precedessore Vasco Errani, dunque, ha indicato come priorità «far partire la ricostruzione delle case B e dare respiro alle imprese». Per rendere chiare ed efficaci le procedure il sottosegretario ha annunciato la pubblicazione di vademecum rivolti a cittadini, professionisti, enti e uffici per la ricostruzione. «Non ci devono essere dubbi interpretativi», ha fatto rilevare, «amplieremo le funzioni delle amministrazioni sugli interventi privati, ma i sindaci utilizzino tutti gli spazi di cui già dispongono». Sulla ricostruzione pubblica De Micheli ha garantito l'ampliamento dei «soggetti attuatori» e l'adozione di procedure negoziate che accorcino i passaggi burocratici per l'avvio delle opere. «Come mai in casi simili del passato ci sono risorse disponibili», ha segnalato, «e vanno utilizzate». A cominciare da quelle per l'adeguamento sismico delle scuole a cui fa riferimento un bando del ministero dell'Università che scadrà il 18 novembre. Aperture sono arrivate dal commissario anche sulla revisione delle zone franche, estendibili alle ditte individuali, sebbene con la precisazione che «la fiscalità è solo uno degli strumenti per attrarre investimenti nei territori a rischio spopolamento». Per le tasse sospese è prevista la rateizzazione lunga, ma non il taglio anche parziale. «L'obiettivo è togliere alibi e paure a tutta la filiera», ha concluso, «ognuno faccia la propria parte».