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Data: 29/10/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Crolla il lavoro stabile e aumentano i disoccupati. L'analisi della Cgil a Teramo: in corso vertenze che mettono a rischio altri 400 posti. Timoteo: tutti insieme per rialzarci. Il segretario propone un confronto per progettare il futuro della provincia (l'articolo in pdf)

TERAMO I numeri parlano chiaro: la crisi, almeno in provincia di Teramo, non è finita. Questo dicono, nero su bianco, i dati sull'occupazione.A fare il punto della situazione è Giovanni Timoteo, segretario della Cgil di Teramo, che parla di «una crisi industriale e occupazionale aggravata da terremoto e nevicata». Timoteo parte dall'occupazione: a fine settembre i nuovi occupati a tempo indeterminato erano 10.405, la metà di quelli del 2015, che, seppure relativi a un anno intero, erano espressione di una situazione completamente diversa. Incremento, di contro, di quelli a tempo determinato, a causa soprattutto della scomparsa dei voucher: a fine settembre di quest'anno sono stati 40.186, più dei 37.271 di tutto il 2016. Il lavoratori occupati nel Teramano sono passati dai 122.600 del 2008 ai 113.600 del 2016. Novemila in meno in otto anni. «Quello che non riparte è il lavoro», commenta il sindacalista, «quello che si crea continua ad essere precario, con pochi diritti e un salario ridotto. Faccio notare che la provincia di Teramo è l'ultima in Abruzzo per reddito medio. Ricorso che da una ricerca dell'associazione nazionale consulenti del lavoro sul precariato, la provincia di Teramo è passato in pochi anni dal 52° posto al 73° in Italia». Basta con gli indugi, sollecita il segretario della Cgil bisogna dare risposte a quei 74.921 disoccupati iscritti ai centri per l'impiego della provincia. Un numero che, peraltro, continua a crescere ininterrottamente. Il tasso di disoccupazione in provincia dal 5,5% del 2007 è passato all'11,3% dei 2016. «Anche perchè dobbiamo tenere presente che ci sono delle vertenze aziendali molto complesse. Mi riferisco ai 55 licenziamenti dell'Hatria ma non solo. Sono oltre 400 i lavoratori che rischiano i l licenziamento in provincia. Infatti, senza valutare il ricorso alla cassa integrazione ordinaria, siamo in presenza di oltre 1.100 lavoratori che utilizzano la cassa integrazione straordinaria e la solidarietà. Con la drastica riduzione di ammortizzatori sociali e l'esaurimento della scarsa dotazione disponibile, per tanti lavoratori e lavoratrici di aziende tessili e confezioni si apre la tragica prospettiva del licenziamento», puntualizza Timoteo.A questo quadro, per niente consolante, si aggiunge il fatto che, secondo il sindacalista, mancano iniziative che concretamente permettano di avere occasioni di lavoro e di salario stabile. «Per questo è necessario partire dalla strumentazione disponibile. Dobbiamo provare a rendere immediatamente disponibili le risorse sul tavolo, ad esempio quelle del Masterplan che ci sono ma non hanno prodotto finora alcun cantiere», suggerisce. Il segretario ricorda che la Cgil non ha condivoio in Abruzzo e a Teramo alcune scelte fatte dalla Regione sul Masterplan. «Ma pensiamo», precisa, «che il rifacimento dell'edificio dell'ex manicomio possa essere utile a meglio qualoficare la città, se si osservano almeno due condizioni anche collegate fra loro. Il progetto che vuole promuovere la produzione culturale di una comunità deve essere conosciuto, condiviso e vissuto dalla città. Oggi non è ancora così. Per questo chiediamo all'università di Teramo, ente attuatore del progetto, di trovare in tempi brevi il modo in far sì che questo avvenga. Nel contempo bisogna avviare rapidamente la fase esecutiva per favorire una rapida apertura dei cantieri. Perchè Teramo non può permettersi di rischiare di perdere questo finanziamento».Giovanni Timoteo cita anche l'area di crisi complessa Vibrata-Tronto e quella semplice. «Capacità e risorse ci sono per guardare al futuro senza paura. Penso ad esempio alla grande produzione di progetti per l'area di crisi complessa e per quella semplice, che a mio avviso sono indice della vitalità di un territorio che aspetta solo l'occasione per essere rilanciato».



Timoteo: tutti insieme per rialzarci. Il segretario propone un confronto per progettare il futuro della provincia

TERAMO Dopo l'analisi, le proposte. Il segretario della Cgil Giovanni Timoteo lancia una piattaforma su cui avviare un confronto con tutti i rappresentanti delle parti sociali, istituzionali, politiche e imprenditoriali per arrivare a un progetto di rilancio della provincia di Teramo. «C'è l'esigenza di uscire dall'emergenza ed entrare in una fase di riprogrammazione e riqualificazione che sappia ridurre le fragilità presenti, valorizzare le specificità, tutelare, sostenere e sviluppare il tessuto economico e sociale. Noi giornalmente abbiamo a che fare con le storie di migliaia di lavoratori e lavoratrici che ci trasmettono la loro preoccupazione, l'ansia, il disagio, anche la paura di trovarsi improvvisamente in una condizione di potenziale povertà ed emarginazione. Sono veramente tanti, troppi quelli che hanno visto svanire non solo i loro sogni ma spesso anche la possibilità di condurre una vita dignitosa insieme alle loro famiglie. Lo stesso smarrimento dei giovani che non trovano opportunità di lavoro», fa notare il segretario della Camera del lavoro. L'invito è a fare massa critica, «usando strumenti e competenze che abbiamo a disposizione, trovando un luogo di confronto in cui tracciare le linee dello sviluppo futuro», afferma, «la Cgil vuole offrire spazi di confronto e dibattito organizzando iniziative specifiche, su diversi argomenti». Il sindacato ha individuato alcuni ambiti, si va dalle aree interne alle infrastrutture e reti, all'edilizia, all'industria, al turismo e al credito. Il sindacalista punta sulla valorizzazione delle risorse umane e naturali. Sotto quest'ultimo punto di vista parla «dell'assetto paesaggistico che andrebbe valorizzato con la cultura e la storia del territorio e con una proposta turistica adeguata. Fra le risorse che vanno salvaguardate e messe nella massima sicurezza c'è l'acqua. Non si possono continuare ad avere allarmi. Ed è per questo che partecipiamo alla manifestazione dell'11 novembre a Teramo a tutela dell'acqua».


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