PESCARA «Una mattina, mi son svegliato e ho trovato l'invasor». Timidamente si leva da piazza Muzii il canto partigiano a chiudere la "RetroMarcia su Roma", la manifestazione voluta dall'Anpi in tutta Italia in risposta al minacciato corteo del 28 ottobre dei neofascisti di Forza Nuova a quasi un secolo dalla marcia su Roma di Mussolini che diede l'avvio al fascismo, dunque « memoria e omaggio» al ventennio buio della storia italiana gelati dal ministro dell'Interno Marco Minniti: «Non a Roma, non in nessun altro posto d'Italia».E Pescara insieme a molte altre città dello Stivale ha voluto far sentire il suo no «alla memoria debole, ai totalitarismi recrudescenti e nuovi che serpeggiano in tutta Europa», ha più volte ripetuto Luca Prosperi, presidente della sezione pescarese dell'Associazione nazionale partigiani. Insomma per non svegliarsi una mattina con una dittatura in casa «è importante ritrovarsi nella diversità dei partiti e dei pensieri a difendere il valore della democrazia, guadagnata con sangue, intelligenza e cuore».«Perché celebrare la data che ha dato inizio al periodo più vergognoso e umiliante sotto il profilo della civiltà nella storia del nostro Paese, non soltanto avrebbe rappresentato un tentativo goffo di riportare indietro di 95 anni le lancette del tempo», l'opinione dell'Anpi, «ma avrebbe avuto un dirompente significato anticostituzionale ed antidemocratico inaccettabile ed irriguardoso per le centinaia di migliaia di morti che il fascismo ha causato nel corso di un ventennio culminato con una guerra disastrosa sul suolo patrio e che, bisogna dirlo con chiarezza, rappresenta il punto più basso mai toccato nella nostra millenaria storia».Alla manifestazione fissata per le 18 nel cuore del centro cittadino hanno aderito Cgil Pescara, Pd, Fiom Pescara ,Sinistra Italiana, Rifondazione Comunista, Mdp,Arci Abruzzo Social Forum Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, Unione Inquilini, Collettivo studentesco, Espressione Libre Pescara, Punto Zero Azione Civile, Arcy Gay Chieti Sylvia Rivera,Amici di Peppino Impastato Moscufo. E sono arrivati alla spicciolata rappresentanti di ogni movimento, sindacato, partito e associazione, con poche bandiere e molta voglia di ritrovarsi sotto il cappello della democrazia. Impossibile citarli tutti, ma il nome di Nicola Cappellucci, 93enne partigiano di Caramanico va fatto, presente a testimoniare che «occorre ricordare e conoscere, perché la memoria di quel che è stato rappresenta il solo antidoto per non ripetere lutti e sciagure passate», ha detto l'assessore regionale Mario Mazzocca. «Ed è necessario associare al termine fascismo gli aggettivi totalitario, liberticida, violento, razzista, criminale», incalza Prosperi: «non vi è nulla di cui esser fieri, non vi è nulla da poter replicare, non vi è nulla che possa rappresentare anche lontanamente un'alternativa alla democrazia. Non c'è una terza via: o si è antifascisti o si è fascisti».E per tenere viva quella memoria al sindaco di Pescara Marco Alessandrini, e a quello di Spoltore, Luciano Di Lorito è stato chiesto di attivarsi, come già Montesilvano, per dedicare una via o una piazza alla gloriosa Brigata Maiella. E strappata la promessa si va via, sulle note di "Bella ciao".