«Ci ritroviamo un progetto che non volevamo per non perdere 2,5 milioni, ma che è costato circa 1,5 milioni in più e rischiamo di perdere la differenza». Lo dice l'associazione Progetto Montagna in merito ai lavori di sostituzione della seggiovia delle Fontari. Con un'accusa molto dura al Centro turistico del Gran Sasso. Nell'estate 2015 venne rigettato dall'Ente Parco il progetto di sostituzione della seggiovia con un nuovo tragitto, più sicuro e razionale. «Quella doccia fredda si legge nella nota - fece scoppiare le ire del sindaco, poi quelle del Cda del Parco creando una spaccatura interna, poi quelle della popolazione. Si arrivò cosi verso l'autunno abbastanza sicuri che tra la mera sostituzione e il nuovo progetto si scegliesse la strada della mediazione con una terza soluzione da trovare a tavolino». In realtà così non fu. «Si usò la scusa dei fondi Par-Fsc per azzittirci, perché, cosi ci fu detto, rischiavano di essere persi decorso il 31/12/15 se non fosse partito il cantiere. Cantiere partito nel luglio del 2017». Circa 2,5 milioni, assegnati al progetto dalla Regione, ai quali vanno ad aggiungersi altri 5,2 milioni di fondi Cipe, già in cassa, per completare l'opera, prevista per 7,7 milioni. «Così, a gara ormai affidata, si passò da un progetto di 1,4 chilometri ad uno di mera sostituzione di soli 900 metri circa allo stesso prezzo, un vero affare. Ma che fine hanno fatto quei 2,5 milioni? Dai recenti controlli effettuati sui conti del Ctgs non c'è traccia». Peraltro, scrive l'associazione, «dall'esamina attenta del disciplinare previsto per i fondi Par-Fsc, firmato tra Ctgs e Regione, emerge che entro la data di avvio dei lavori e successivamente per altri 5 step dovevano essere richieste le rispettive anticipazioni (Sal). Quindi, ad oggi, dovevano essere stati richiesti almeno 3 Sal su 6 per circa 1,3 milioni. E' stato fatto? No e siamo fortemente preoccupati perché è prevista una serie di cavilli, limiti, rivalse, more e ammende, che potrebbero comportarne la revoca».