L'AQUILA Due società in house della Regione, ma senza fusione tra loro. Sembra destinato a non avere seguito il piano che in particolare Fira, la finanziaria regionale in cerca di nuova identità, ambirebbe a realizzare nell'immediato futuro. Ieri è stata una giornata di consigli di amministrazione e assemblee per le società regionali. Il management di Abruzzo sviluppo, la spa destinata a matrimonio con Fira, si è riunito dinanzi al governatore Luciano D'Alfonso: un vertice nel corso del quale sostanzialmente si è ribadita la gestione virtuosa dell'azienda, su cui pesa solo il macigno di Sviluppo Italia (che ha una quota di Abruzzo Sviluppo), le cui perdite continuano ad essere un fardello pesante da smaltire. Si sta tentando di ovviare anche con operazioni immobiliari: quella di Avezzano, con la vendita della sede, ha portato un po' di ossigeno in questo frangente. Contemporaneamente Fira, la finanziaria regionale, si è riunita in assemblea: in questo caso l'ambizione sarebbe quella di diventare, al pari di Abruzzo sviluppo, una società in house della Regione, evitando dunque l'ipotesi di fusione. Operazione ardita anche, e forse soprattutto, per la mole di aziende che sono già organiche all'ente. In ogni caso se ne parlerà nei prossimi mesi.
LE SCADENZEQuanto ad Abruzzo sviluppo, l'assemblea si riunirà nell'arco di una quindicina di giorni, non appena arriverà il via libera di D'Alfonso, per esaminare e varare la bozza di bilancio e prendere atto delle dimissioni di un componente del cda, Graziano Di Costanzo. La società continua la sua gestione ordinaria virtuosa, anche perché il suo core business, ovvero i bandi europei, è soggetto a rendicontazione.
Dunque nessuna commessa e nessun margine di manovra: ogni singolo euro deve essere soppesato per garantire anche le spese correnti. Come detto pesa la perdita di Sviluppo Italia (500 mila euro annui circa): l'idea è quella di tentare di chiudere questa voragine nell'arco di un paio d'anni.
Per questi motivi ad oggi restano difficilmente praticabili, anche per le opposte spinte dei politici di maggioranza di riferimento, entrambe le ipotesi: sia la fusione tra le due società, di fatto un'incorporazione di Fira da parte di Abruzzo sviluppo, sia il progetto che Fira possa diventare società in house della Regione.