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Pescara, 24/07/2024
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Data: 31/10/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Sicilia, la Lega insiste: patto con M5S La replica: no, voi con gli impresentabili

ROMA È una proposta indecente per il M5S quella arrivata da Matteo Salvini. Il segretario del Carroccio a Palermo ha rilanciato l'idea di un confronto, di un'alleanza preliminare con i pentastellati che però hanno risposto picche. Il primo a chiudere la porta in faccia a Salvini è stato il candidato premier Luigi Di Maio che ha detto: «Se Salvini cerca di rifarsi una verginità politica ammiccando ancora a un'alleanza con noi sbaglia di grosso. Ripeto per l'ennesima volta: il M5S non fa alleanze con i partiti che hanno disintegrato il nostro Paese». E per girare il coltello nella piaga elettorale, i social pentastellati pubblicano le considerazioni di Francesco Vozza, un candidato nella lista di Noi con Salvini che si lamenta della quantità di candidati impresentabili nelle altre liste collegate, come la sua, a Nello Musumeci. E infatti Di Maio lo ricorda: «In Sicilia Salvini ha fatto una precisa scelta di campo: sta con gli impresentabili condannati e arrestati che fanno parte della banda di Musumeci». E giù ancora: «Ricordo anche a tutti che la Lega di Salvini ha praticamente votato la fiducia al governo Gentiloni per far passare una legge elettorale truffa e che quindi, anche a causa loro, passerà una legge di bilancio che massacrerà ancora gli italiani. Per noi è imperdonabile. Ed è imperdonabile tradire i propri elettori per avere in cambio delle poltrone».
SPAGNOLI
Di Maio ieri ha rilasciato anche un'intervista al quotidiano spagnolo La Razon e ha ribadito che lui considera avversari sullo stesso piano Renzi, Berlusconi e Salvini. Ma dice anche qualcos'altro, sottolinea che nel Movimento non c'è un solo eletto indagato per corruzione. Un nuovo paletto, insomma, considerato che non si può più dire che non ci sono indagati.
E però ieri Salvini ha dimostrato di non demordere e ha riformulato il concetto: «Io escudo alleanze a livello nazionale e locale con Renzi, Alfano, Gentiloni, Bersani. Il M5S sta dimostrando tutta la sua incapacità dove amministra ma è chiaro che se dovessi telefonare a qualcuno» per un governo «non lo farei né a Renzi né a Alfano. È chiaro che anche il M5S si deve mettere d'accordo con sé stesso».
REFERENDUM
Al nord, dopo il referendum autonomista in realtà si sta creando una palestra dialettica. Dopo il voto i pentastellati regionali sono al lavoro con i due governatori leghisti Maroni e Zaia per contribuire a realizzare l'autonomia. «Noi siamo sempre disponibili a lavorare seriamente sulle proposte e in Consiglio Regionale porteremo la nostra riflessione. Il quesito era chiaro, chiedeva una trattativa su tutte le materie, e questa è la base da cui partire» ha affermato il consigliere lombardo M5S Stefano Buffagni.
In Veneto, dove il sì è stato più pesante parla il deputato Federico D'Incà: «Il referendum è dei veneti, non dei partiti politici. La Lega ha aspettato troppo per realizzare il regionalismo differenziato. Con Di Maio abbiamo deciso che uno dei primi punti da affrontare una volta al governo è l'autonomia». Ma alleanze, no. Interviene anche Roberto Fico che dice: «Il M5S è agli antipodi di Salvini che con un tocco di maquillage al logo e ammiccando ad alleanze, impossibili, con il MoVimento 5 Stelle, pensa di poter far dimenticare alle persone ciò che il suo partito, con le sue alleanze, ha prodotto nel nostro Paese negli anni».

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