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Pescara, 24/07/2024
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Data: 01/11/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Via al dragaggio, fanghi in discarica

Dragaggio, nuova scogliera soffolta per evitare l'insabbiamento della darsena da nord e taglio della diga foranea solo quando sarà garantita sicurezza in entrata e in uscita alle imbarcazioni e questo significa, come più volte ribadito dall'ammiraglio Enrico Moretti, che lo sfondamento della diga foranea dovrebbe avvenire dopo o almeno in coincidenza con la realizzazione del prolungamento dei moli guardiani. Roba di mesi.
Passa attraverso questi tre momenti il recupero della piena agibilità dello scalo marittimo a Pescara. Ma al di là delle promesse della politica, sono ancora tanti, troppi i punti oscuri motivo di dubbi e interrogativi su quel che sarà, considerato che il porto è bloccato a causa dell'insabbiamento sempre più grave.
Lo svuotamento della vasca di colmata è uno dei passaggi chiave da cui dipendono gli interventi in programma. Svuotamento che per almeno 80mila metri cubi dovrebbe avvenire entro la fine di quest'anno - così era stabilito con la tanto discussa modifica del bando d'appalto del 2013 -. A Palazzo di città il consigliere delegato al mare, Riccardo Padovano, ha riferito a sorpresa ieri dell'ipotesi che circola in queste ore al Provveditorato alle Opere pubbliche per lasciare la vasca di colmata così com'è per un altro anno. «E dove si metterebbero i fanghi da dragare da adesso i poi?» ha osservato lo stesso Padovano, mettendo di fatto il dito nella piaga. A soffiare sul fuoco della polemica politica è Forza Italia: «Se la vasca di colmata fosse stata svuotata come prevedeva l'appalto, oggi non avremmo avuto problemi a ricominciare l'escavazione dei fondali del porto, avendo un'area disponibile per stoccare il materiale. Anzi, probabilmente non saremmo arrivati al punto di non ritorno prima di cominciare l'intervento e nessun peschereccio sarebbe rimasto incagliato» hanno detto Marcello Antonelli e Lorenzo Sospiri, capigruppo FI rispettivamente in Comune e in Regione, accusando «la giunta regionale chiacchierona e pasticciona e una giunta comunale inesistente» per i tre pescherecci incagliati sabato scorso al rientro in porto canale e per il mancato inizio del dragaggio.

IL REBUS DEI FANGHI Proprio l'indisponibilità di un'area di stoccaggio dei fanghi sarebbe il vero motivo del ritardo dell'escavo dei fondali, attribuito inizialmente alla mancanza di un gruista per la draga. L'azienda Nicolaj il gruista ce l'ha e aspetta solo il via libera, arrivato ieri, per dragare circa diecimila metri cubi. «Ci impiegheremo una decina di giorni» ha dichiarato il titolare Luca Nicolaj. Ma dove verranno conferiti i fanghi di questo mini-dragaggio? Ora si parla di una discarica di Di Zio, ma solo dopo la caratterizzazione si potrà stabilire la tipologia del rifiuto da trattare e quindi conoscere i costi reali dell'operazione. E i 300mila euro messi a disposizione da Regione e Provveditorato potrebbero non bastare. Intanto i diecimila metri cubi verranno temporaneamente parcheggiati sulla banchina.
Le buone notizie riguardano invece l'iter per la realizzazione della barriera soffolta a pelo d'acqua, opera fondamentale per i pescatori perché assicurerebbe protezione alle barche sul lato del molo nord: l'8 novembre si firma il contratto di questo intervento propedeutico per la diga foranea, cui si ricongiungerà dopo il taglio.



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