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Data: 01/11/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
È già assalto alla manovra spiragli su pensioni e ticket. Poletti: «La riforma Fornero ha difetti gravi»

ROMA Sarà la consapevolezza dei rischi insiti nell'esercizio provvisorio o la fretta di andare al voto, ma in Aula i numeri alla legge di Bilancio difficilmente mancheranno. Tutto ciò che si svilupperà dall'avvio della sessione di bilancio in poi, atterrà più alle dinamiche tra e nei partiti che alla sostanza di una manovra che non può essere stravolta. E che sia così lo sostiene anche il solitamente prudente Paolo Gentiloni quando - a margine della sua missione in Arabia - dice che «i numeri sono necessari e ci saranno». Lo sostiene alla vigilia dell'incontro di domani con i sindacati dove potrebbe aprire ad uno slittamento di sei mesi dell'innalzamento dell'età pensionabile.

IL VARO Una convinzione che il viceministro all'Economia Luigi Casero, ieri pomeriggio a palazzo Madama fa propria così: «Vedremo gli emendamenti, ma dopo la legge elettorale il clima è cambiato e tutti guardano solo al voto». E che la legge di Bilancio sia l'atto conclusivo della legislatura, è ormai convinzione comune. Come la possibilità che il Capo dello Stato, a cui spetta lo scioglimento delle camere, possa farlo subito dopo l'Epifania. Ciò non toglie che si possa fare ancora qualcosa tra un passaggio e l'altro tra le Camere della legge di Bilancio. «Possiamo approvare ius soli, vitalizi e biotestamento, il tempo non manca», sostiene il senatore del Pd Francesco Verducci. Il calendario di palazzo Madama prevede l'approvazione della manovra per il 21 del mese, ma poichè il testo è arrivato in ritardo, il passaggio a Montecitorio potrebbe slittare restringendo ancor più il tempo a disposizione. Possibile quindi che si possa procedere al voto sullo ius soli solo con la fiducia. Anche i vitalizi attendono il via libera del Senato, ma il ddl - secondo molti esponenti del Pd a palazzo Madama- «presenta forti problemi tecnici» che se corretti spingono di nuovo a Montecitorio il testo che rischia così di finire su un binario morto. Più o meno la stessa sorta rischia di farla il biotestamento. La tempistica è è particolarmente importante a fine legislatura. Far slittare la legge di Bilancio, anche grazie a centinaia di emendamenti - significa restringere i tempi a disposizione delle Camere per smaltire l'arretrato. Non aiutano i mille emendamenti sulla delega fiscale presentati nella commissione Bilancio presieduta da Giorgio Tonini. Proposte di correzioni, molte dal sapore elettorale, ci saranno anche quando si comincerà a discutere della manovra. Le opposizioni, FI, M5S, FdI e SI, contestano radicalmente l'impianto della manovra. Più di contenuto le richieste di modifica avanzate da AP e da Mdp. Ieri i capigruppo centristi Bianconi e Lupi hanno sostenuto che senza misure per la famiglia il testo è invotabile. Bonus bebè, quoziente familiare e più soldi al fondo-famiglia, le richieste degli esponenti del partito di Alfano. Non da meno è la sinistra di Mdp che, in attesa del risultato del voto siciliano, non sembra volersi irrigidire e in sostanza chiede l'abolizione del super-ticket, il rinvio di sei mesi dell'aumento dell'età pensionabile e un'altra salvaguardia per gli esodati ex Fornero. Toccherà al ministro Padoan respingere il consueto assalto difendendo la manovra il prossimo martedì quando verrà ascoltato dalle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Ma a fine legislatura non sarà facile conciliare le esigenze della cassa con quelle politiche. Specie se la composizione della coalizione di centrosinistra dipende anche da come uscirà la manovra dal Parlamento. Riagganciare gli scissionisti di Mdp, che due settimane fa hanno ufficializzato l'uscita dalla maggioranza, è l'obiettivo dei molti pontieri del Pd usciti allo scoperto nei giorni scorsi alla Conferenza programmatica di Napoli. E' molto probabile che qualche risorsa in più per la famiglia verrà inserita nel capitolo attualmente privo di significativi stanziamenti. Possibile anche un recupero del bonus bebè. Soddisfatti, forse, i centristi di Ap, lo scoglio più complicato resta Mdp che inizia a mostrare una spaccatura tra gli irriducibili e coloro che invece lavorano per portare a casa modifiche che permettano di votare la manovra. Segnali in tal senso arrivano dal Nazareno sia sul superticket da 10 euro che potrebbe subire una cancellazione graduale che sullo slittamento di sei mesi - sollecitato dal presidente della commissione Lavoro Cesare Damiano - della norma che allunga l'età pensionabile.

Poletti: «La riforma Fornero ha difetti gravi»

ROMA Alla vigilia dell'incontro tra il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e i sindacati, il ministro del lavoro Giuliano Poletti, critica la legge Fornero e sembra aprire alla possibilità di un intervento sulla questione dell'età. «La riforma Fornero a mio giudizio», ha detto Poletti intervenendo a Porta a Porta, «aveva dei difetti molto gravi: il tema degli esodati, il salto secco di età, senza cercare un punto di equilibrio, e non aver previsto un trattamento diversificato in ragione del lavoro». L'intervento della Fornero, ha aggiunto il ministro, «non ha rappresentato una buona soluzione, tanto che lo stiamo correggendo». Quanto alla definizione delle liste dei lavori classificati come usuranti o gravosi, Poletti ha spiegato che si tratta di «un tema aperto». Abbiamo bisogno, ha detto il ministro, «di criteri per capire quali sono le categorie». Domani, come detto, Gentiloni incontrerà i sindacati che chiedono di congelare l'aumento dell'età pensionabile a 67 anni che scatterà nel 2019. Al Senato, dove è in discussione la conversione del decreto fiscale, la sinistra di Mdp ha presentato diversi emendamenti per far slittare a giugno del prossimo anno la decisione sull'adeguamento dell'età alle aspettative di vita. Il governo non si è ancora pronunciato, ma sul tavolo ci sarebbe la possibilità di esentare dallo scatto dell'età, soltanto alcune categorie di lavoratori che svolgono mansioni considerate più gravose. Si tratterebbe, in pratica, di riprendere l'elenco già utilizzato per l'Ape sociale. Per chi svolge questi lavori il pensionamento sarebbe consentito a 63 anni con il prestito pensionistico completamente a carico dello Stato. «Ci sono dei lavori», ha ricordato il segretario generale della Cisl, Anna Maria Furlan, «che oltre una certa età è impossibile o molto rischioso continuare a svolgere».

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