PESCARA Parla di una situazione inaccettabile e spiacevole, che ha creato caos in Prefettura e stress tra i dipendenti. In una nota riservata, il prefetto Francesco Provolo scrive alla Procura dopo l'incursione del 19 ottobre di Giampaolo Matrone (http://www.ilcentro.it/pescara/tragedia-di-rigopiano-video-esclusivo-del-centro-1.1736285) nell'ufficio della funzionaria che alle 18,03 del 18 gennaio respinse in malo modo l'allarme telefonico di Quintino Marcella per l'hotel crollato. Una nota riservata che considerando il destinatario sembra quasi un invito, tra le righe di quella dettagliata ricostruzione, a che la stessa Procura che sta indagando sulla strage di Rigopiano e sui presunti responsabili di quelle 29 vittime, apra un fascicolo anche a carico di uno dei sopravvissuti. Di Giampaolo Matrone appunto, che dopo 60 ore sotto le macerie dell'hotel, oltre ad aver perso la moglie Valentina, infermiera specializzata del Gemelli, ha perso l'uso della mano destra, con difficoltà a camminare. Una relazione dettagliata in cui la nota della prefettura descrive la tensione e lo stato di ansia provocato da quella incursione e ricorda che la funzionaria presa di mira per quella telefonata - che nei mesi scorsi fece il giro del web - ha già avuto un procedimento disciplinare a seguito di un'ispezione ministeriale. Un gesto inaccettabile, stigmatizza ancora il prefetto a proposito della visita a sorpresa di Matrone, non solo per i modi e il contenuto, ma anche per la diffusione mediatica che se n'è poi data attraverso il sito del Centro. Un video durato una manciata di minuti e riproposto da altri siti e tg nazionali. Matrone, accompagnato da alcuni componenti del comitato vittime di Rigopiano, bussa alla porta della funzionaria che quel 18 gennaio concluse la telefonata con la frase "la madre degli imbecilli è sempre incinta" per convincere Marcella che era stato vittima di uno scherzo, e all'invito ad entrare, entra. Ne segue uno sfogo del pasticcere a cui la funzionaria riesce solo a balbettare qualche monosillabo prima di uscire con gli occhi lucidi all'arrivo del vicario della prefettura. «Mi presento, sono Matrone Giampaolo, una non vittima di Rigopiano. È lei la signora che ha risposto al telefono, e che ha lasciato correre e che non ha dato l'allarme, perché aveva cose più importanti da seguire invece dell'albergo che era crollato? Le persone morte non si sarebbero salvate, ma se i soccorsi fossero arrivati prima, io non avrei perso l'uso della gamba e della mano», le ha rinfacciato il giovane padre. «Ho la scarpa slacciata perché con questa mano non me la posso più allacciare, non lavoro, con una figlia e senza una moglie. Lei ha riattaccato il telefono dicendo che aveva da fare con le donne incinte e con i dializzati, l'ha sentita la telefonata che gira sul web?». E poi: «Sono venuto ad accettare o a prendere le scuse della signora, perché è andata via? Sono venuto a chiedere spiegazioni, pensando di trovare una persona che mi accoglieva in un altro modo, perché non mi ha spiegato?», chiede ancora Matrone al vicario che lo accompagna alla porta. Nella nota riservata arrivata in Procura viene ricostruito tutto di quei pochi minuti, ma anche tutto quello che la Prefettura ha fatto prima e dopo la tragedia.