Il destino l’ha separata da loro, ma non dai loro ricordi che loro si porteranno di lei. «Hai lottato da grande guerriero», ha scritto su Facebook un’amica. A Peccioli Rossella la conoscevano tutti e la notizia della sua morte ha colpito l’intera comunità. Non solo perché speravano che alla fine la malattia non l’avesse vinta, ma perché Rossella con la sua forza di volontà era diventata un punto di riferimento.
I colleghi si sono chiusi in un silenzio profondo che dice più di tante parole. Un silenzio che la stessa famiglia, piegata dal dolore, ha sperato potesse accompagnare l’ultimo viaggio della loro cara che è scomparsa nello stesso giorno in cui è morta anche un’altra pecciolese che ora viveva nell’Empolese. A volte anche un abbraccio e un semplice sguardo possono essere di conforto. Come quando all’inizio della cerimonia funebre, il figlio è arrivato tenendo tra le mani la fotografia di Rossella. L’immagine di un momento felice, e ce ne saranno stati tanti. Ognuno, c’è da esserne sicuri, li ha ricordati durante la messa di addio all’amica così sfortunata, ma anche pronta a ricompensare chi l’aveva aiutata nei momenti di difficoltà. Lei che non aveva mai smesso di ringraziarli. Ed era stata sua, di questa battagliera autista, l'idea che il disegno di legge che permettesse di donare le ferie ai colleghi in difficoltà fosse chiamato "Legge degli angeli", tanto che il suo caso finì al centro delle cronache nazionali.
La sua storia aveva commosso anche chi non la conosceva, così come è successo con la sua morte, il viaggio, l’ultimo, che molti avrebbero voluto che non fosse arrivato così presto. (s.c.)