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Data: 03/11/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Fontari, si inasprisce lo scontro sul ritardo della nuova seggiovia. Aumenti delle tessere nel mirino dei sindacati

L'AQUILA Una questione politica. Una mossa per «sorreggere l'allora traballante maggioranza».S'infiamma la vicenda del progetto per la nuova seggiovia delle Fontari, che inizialmente prevedeva un nuovo percorso: il comitato #SaveGranSasso e l'associazione Progetto Montagna replicano a Enrico Perilli e documenti alla mano «scoprono gli altarini», rivelando un accordo tra l'amministrazione comunale, le associazioni ambientaliste e lo stesso Perilli, che rivestiva la carica di presidente della commissione Territorio. «Finalmente, a distanza di due anni», dicono le due associazioni, «si scoprono gli altarini che stanno dietro alla mancata realizzazione della nuova seggiovia Fontari, funzionale, per non essere troppo di parte, almeno alla questione vento. Infatti la decisione di abbandonare il progetto del nuovo percorso e ritirarlo in sede di comitato Via Regione Abruzzo del 3 dicembre 2015 è dovuta esclusivamente a una questione politica. Con l'unico scopo di sorreggere l'allora traballante maggioranza al comune dell'Aquila, si arrivò all'accordo con le associazioni ambientaliste e il conservatorista Perilli, per abbandonare il progetto, nonostante ci fosse la Valutazione d'incidenza ambientale favorevole redatta dall'ente amministrativo competente e cioè il Comune dell'Aquila. Lo provano i riferimenti amministrativi e l'osservazione fatta, a termini scaduti, da Perilli». Secondo le due associazioni, «rientrava nell'accordo, probabilmente, anche l'affossamento dei quesiti referendari di modifica dei confini, poi sostituiti, con enorme successo, dalla raccolta firme della petizione del Gran Sasso». In merito ai ritardi con cui sono partiti i lavori per la sostituzione dell'impianto, Perilli confonderebbe fatti e situazioni: «Tale ritardo», proseguono le due associazioni, «è da imputare, senza ombra di dubbio, alla gestione del Centro turistico Gran Sasso che, improvvidamente, pur in possesso delle progettazioni pronte dall'autunno del 2016 (un anno dopo il comitato Via), ne ha consegnato solo il 14 marzo 2017 una copia ai vertici del Parco Gran Sasso, in una riunione a Palazzo Fibbioni in cui erano presenti anche l'ex sindaco Massimo Cialente, le nostre associazioni e il rappresentante degli albergatori del Gran Sasso. La richiesta di riattivazione della procedura di Via alla Regione, è stata inviata dal Ctgs il 22 marzo 2017. Saremo pure sviluppisti, simpatico nomignolo attribuitoci, ma teniamo realmente allo sviluppo economico della valle e alla creazione di nuovi posti di lavoro. Il Gran Sasso rappresenta una grossa occasione che stiamo perdendo, per questo continueremo ad urlare malgrado lo stupore dei conservazionisti».

Aumenti delle tessere nel mirino dei sindacati

L'AQUILA«Una scelta infelice, per un'azienda che a oggi non ha nessuna certezza di poter essere pronta all'avvio della stagione». Cgil e Uil criticano la decisione del Centro turistico di aumentare le stagionali e ricordano che nel frattempo i dipendenti non ricevono lo stipendio, «per questioni burocratiche irrisolte».Per Domenico Fontana (Filt-Cgil) e Primo Cipriani (Uilt-Uil), «il Centro turistico ha bisogno di un amministratore a tempo pieno, con mandato chiaro e visione complessiva. Permane inascoltata la richiesta del personale di avere una figura di direzione, che sia un punto fermo di coordinamento dell'azienda e che garantisca continuità amministrativa. Intanto, chi politicamente ha assunto la responsabilità di gestire la partecipata, ancora non determina la condizione perché la concessione regionale possa proseguire a essere affidata al Ctgs, con ricadute sulla quantità di risorse disponibili per la gestione del trasporto pubblico a fune. Insomma tutto cambia perché tutto rimanga immutato, con una rappresentazione esterna che continua a infangare la dignità di chi nonostante tutto continua a fare il proprio dovere».

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