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Pescara, 24/07/2024
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Data: 03/11/2017
Testata giornalistica: Il Centro
La Regione acquista le case a 1.600 sfollati. Alloggi nuovi e invenduti in 17 Comuni accoglieranno le famiglie del cratere. Il costo è di 68 milioni. Il piano aiuta anche i costruttori. Graduatorie pronte

Una casa nuova per 1.600 sfollati abruzzesi. La Regione acquista gli immobili, i Comuni indicano i nomi dei nuclei familiari che ne hanno diritto. «Tra un mese, dopo le dovute verifiche delle due graduatorie, quella delle case e l’altra degli sfollati, si firmeranno i contratti », annuncia il governatore, Luciano D’Alfonso, in conferenza stampa a Pescara. Parliamo di un totale di 427 alloggi nuovi ma rimasti invenduti in 17 Comuni abruzzesi, sei nell’area del cratere e 11 area fuori cratere, per un valore complessivo che sfiora i 68 milioni di euro. La spesa per gli acquisti è a carico della finanza della Protezione civile e rientra nell’emergenza abitativa dopo gli eventi sismici del 2016/2017 in Abruzzo. Tutto parte dalla delibera di giunta regionale 196 del 18 aprile scorso, con la quale è stato dato incarico al Centro operativo regionale della Protezione Civile, ieri rappresentato in conferenza dal dirigente Emidio Primavera e dall’assessore Mario Mazzocca, di emanare l’avviso pubblico con invito ad offrire unità immobiliari ad uso abitativo: appartamenti nuovi, liberi e quindi disponibili sul mercato, da destinare temporaneamente a soggetti residenti in edifici danneggiati o distrutti dal terremoto, attraverso la costituzione di una graduatoria, distinta per Comuni, cui fare riferimento. «E’ una operazione progressista, mai fatta prima d’ora di Abruzzo», commenta D’Alfonso. La procedura si basa sul decreto legge 9.2.2017 numero 8. L’articolo 14 del decreto stabilisce che «al fine di fronteggiare l’emergenza abitativa conseguente al sisma che ha colpito l’Italia centrale, le Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria - sentiti i Comuni interessati - possono acquisire a titolo oneroso al patrimonio dell'edilizia residenziale pubblica, nei rispettivi ambiti territoriali, prioritariamente nei Comuni del cratere sismico, e nei territori dei comuni con essi confinanti, unità immobiliari ad uso abitativo agibili o rese agibili dal proprietario». Sono 1.734, attualmente, gli alloggi dichiarati inagibili in Abruzzo a seguito del sisma con esito di rilevazione dei danni di tipo «E» o «F» presenti in 65 Comuni (11 in provincia di L’Aquila, 15 in provincia di Pescara e 39 in provincia di Teramo); 4.521 invece le persone assistite con il Csa (contributo di autonoma sistemazione) e 1.174 quelle assistite in hotel. Questi invece i 17 Comuni nei quali sono situati gli alloggi, con il numero di unità immobiliari disponibili: L’Aquila 53, Scoppito 33, Pizzoli 13, Teramo 223, Montorio al Vomano 11, Colledara 5, Campli 5, Valle Castellana 4, Ancarano 12, Sant’Omero 15, Bellante 3, Mosciano Sant’Angelo 24, Roseto 1, Notaresco 1, Castellalto 11, Atri 12, Pianella 2. «È un'operazione di solidarietà », afferma D'Alfonso, «noi abbiamo il bisogno di fronteggiare la necessità di ricovero abitativo per un certo numero di famiglie. Una parte di risposta arriva con l'autonoma sistemazione, una parte con le casette, le Sae (soluzioni abitative in emergenza), una parte l'abbiamo definita con il ricovero alberghiero a tempo, una grande parte di risposta con l'acquisto delle case invendute. Oggi abbiamo raggiunto diversi risultati», sottolinea il governatore, «abbiamo aiutato le imprese edili abruzzesi a non andare in fallimento: alcune di queste, dopo aver costruito, non hanno potuto vendere ed erano in sofferenza economica. Il secondo risultato è che acquisiamo queste case, con i requisiti di sicurezza e piena idoneità, per soddisfare esigenze abitative di famiglie che hanno diritto ad avere un alloggio in assegnazione temporanea fino al ripristino delle loro abitazioni danneggiate. E lo facciamo senza consumare un metro quadrato di suolo in più.
Infine andiamo a potenziare significativamente il patrimonio immobiliare della Regione Abruzzo». Il presidente della giunta regionale infine spiega che «le casette provvisorie sono un problema dopo che hanno fronteggiato l'emergenza abitativa», e conclude: «Con l'acquisto dell'invenduto prendiamo case vere che entrano nel patrimonio della Regione. Finalmente potremo fare anche l'Ater unica regionale ».

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