TERAMO Non sono bastati un'ora di attesa e un doppio appello per far iniziare il consiglio comunale dedicato al bilancio. La seduta convocata per ieri pomeriggio è saltata per mancanza del numero legale. A determinare questo esito sono state le mancate risposte da parte dei consiglieri di opposizione, che pure erano nei pressi dell'aula, ma soprattutto le assenze di sei tra dissidenti ed ex della maggioranza. La coalizione che sostiene il sindaco Maurizio Brucchi si è fermata a 15 presenti, due in meno dei 17 necessari per avviare i lavori e approvare il bilancio di previsione. Ai due appelli, chiamati a distanza di un'ora l'uno dall'altro, non si sono presentati i fuoriusciti di "Futuro in" Alfredo Caccioni e Vincenzo Falasca, i due di "Al centro per Teramo" Angelo Puglia e Guido Campana, il consigliere di Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale Raimondo Micheli e Domenico Sbraccia di "Insieme per Te". Quest'ultimo, l'unico degli assenti ancora annoverato nei ranghi della maggioranza, si è affacciato nei pressi dell'aula qualche minuto prima del secondo appello ma non è entrato. Ha spiegato che lo avrebbe fatto se ci fossero stati almeno 16 presenti e in precedenza si era allontanato per un impegno personale. In ogni caso la sua presenza non avrebbe cambiato la situazione. Il secondo tentativo per aprire la seduta e approvare il bilancio è fissato per martedì alle 15.30, ma non è detto che l'esito sarà differente. L'esame del documento contabile richiede sempre la presenza di 17 consiglieri e stando alla più recente interpretazione del regolamento consiliare l'atto supererebbe l'esame con qualsiasi scarto, anche con nove favorevoli e otto contrari. Per questo tra quattro giorni, come lo è stato ieri, risulterà determinante il numero dei presenti in aula. Se infatti si arrivasse alla soglia richiesta per la validità della seduta, a quel punto qualunque risultato favorevole al bilancio ne determinerebbe l'approvazione, anche senza l'avallo della maggioranza effettiva dei consiglieri. Le assenze da parte di dissidenti ed ex maggioranza, insomma, oltre che determinanti sono state significative. Nell'ora d'intervallo tra il primo e il secondo appello il sindaco ha provato a contattare telefonicamente alcuni di loro, ma ha trovato i cellulari spenti. Indiscrezioni circolate durante l'attesa tra i banchi di maggioranza e opposizione volevano che gli assenti fossero tutti riuniti nello stesso posto per non perdere di vista l'un l'altro ed evitare che qualcuno cedesse a eventuali pressioni esterne. Subito dopo il primo appello andato a vuoto è comunque apparso chiaro che l'esito della seduta fosse segnato. A parte la posizione ibrida di Sbraccia, in polemica con il capogruppo Domenico Narcisi che non avrebbe spinto per la defenestrazione del presidente del consiglio Milton Di Sabatino dopo il suo passaggio da "Insieme per Te" a "Futuro in", nessuno, anche nelle file della maggioranza, avrebbe scommesso sull'arrivo in extremis di uno degli altri cinque. L'esito scontato del secondo appello, dunque, è stato accolto con glaciale freddezza da parte di entrambi gli schieramenti e dell'amministrazione nella quale, tra l'altro, è stata notata l'assenza dell'assessore Roberto Canzio, espressione del gruppo "Insieme per Te" e legato a Sbraccia. Poco prima che fosse proclamato lo scioglimento della seduta è arrivato il coordinatore provinciale di "Direzione Italia" Rudy Di Stefano, ex assessore di "Futuro in": da tempo in aperto contrasto con Brucchi, ha colto - forse casualmente, ma forse no - l'attimo della vendetta.