MONTESILVANO «L'istituzione di un nuovo Comune, mediante fusione di più Comuni contigui, avviene dopo aver acquisito i pareri dei Consigli comunali interessati, che si pronunciano in merito ai disegni di legge...». A ricordarlo è il capogruppo regionale di Forza Italia, Lorenzo Sospiri, che interviene così nel dibattito aperto sulla proposta di legge che, in capo a poco più di un mese, dovrebbe portare all'approvazione del progetto di fusione. Sospiri scrive al governatore, Luciano D'Alfonso, contribuendo ad accendere un confronto che anima da settimane le forze politiche nei tre Comuni coinvolti e proseguirà, a breve, tra i banchi dell'Emiciclo. Dopo l'invito, rivolto per ben due volte dal presidente della Regione, ai sindaci di Pescara, Montesilvano e Spoltore, perché facciano pervenire entro il prossimo 10 novembre, gli attesi riscontri per l'avvio e la prosecuzione dell'iter di approvazione della legge nei successivi trenta giorni, ora è il capogruppo di opposizione a ricordare al governatore che quella procedura richiederebbe non già i soli riscontri dei sindaci, bensì quelli dei tre Consigli comunali coinvolti nella ipotesi di fusione. Il richiamo di Sospiri è esplicito: «Continua a non comprendere» scrive il capogruppo di Forza Italia al governatore, «che nell'iter di approvazione della legge istitutiva del nuovo Comune, è obbligatorio che i Comuni stessi forniscano un parere in merito al disegno di legge». In pratica, estendendo il confronto politico a tutti i rappresentanti, di maggioranza e minoranza, dei rispettivi enti municipali. Insomma, per Sospiri, il generico «eventuali vostri riscontri» sollecitato ai tre sindaci da D'Alfonso, sarebbe «una procedura assolutamente illegittima», che esporrebbe al «rischio di un grave vulnus formativo dell'intero processo legislativo».Che il confronto sia particolarmente vivace è testimoniato dalle voci contrarie che, giorno dopo giorno, arrivano da Montesilvano e Spoltore contro la proposta di legge di fusione. L'ultimo intervento contrario, a Montesilvano, è della consigliera comunale di maggioranza, Valentina Di Felice, gruppo Udc, che parla di «progetto irragionevole» per ragioni storico-culturali, ma soprattutto sotto il profilo economico e finanziario. «I bilanci dei singoli Comuni sono assai differenti tra loro», annota Di Felice, «Montesilvano non è in dissesto finanziario come Pescara. Inoltre, la Grande città andrebbe a relegare Montesilvano nel ruolo di quartiere periferico di una mancata città metropolitana».La Di Felice muove critiche anche alla gestione del progetto e afferma che ci sarebbe bisogno di «una rinnovata e forte classe politica, che sappia interpretare le esigenze del territorio e dei montesilvanesi, oltre che confrontarsi in maniera ferma e decisa con gli enti sovracomunali».