TERAMO È stata presentata ieri a Pescara, durante uno dei tanti banchetti informativi che animano il fine settimana, la Manifestazione per l'Acqua Trasparente.La manifestazione, organizzata dall'Osservatorio indipendente per l'acqua del Gran Sasso (promosso dalle associazioni Wwf, Legambiente, Mountain Wilderness, Arci, ProNatura, Cittadinanzattiva, Guardie Ambientali d'Italia, Fiab, Cai, Italia Nostra e Fai) si svolgerà sabato 11 novembre a Teramo: il punto di ritrovo sarà alle 15 in viale Mazzini e il corteo attraverserà tutto il centro cittadino.«Abbiamo scelto di presentare la manifestazione a Pescara con una conferenza stampa regionale perché la messa in sicurezza dell'acqua del Gran Sasso è un problema di tutto l'Abruzzo», hanno evidenziato i rappresentanti dell'Osservatorio. «L'acquifero del Gran Sasso fornisce acqua a circa 700.000 abruzzesi nelle province di Teramo, L'Aquila e Pescara. La sua messa in sicurezza è fondamentale per oltre metà degli abitanti di questa regione ed è importante che in tanti sabato prossimo partecipino alla manifestazione per far sentire la propria voce e chiedere sicurezza e trasparenza. Come riportato nel nostro appello, questa manifestazione è stata organizzata come momento importante di un percorso portato avanti dall'Osservatorio nei mesi successivi all'incidente dell'8 maggio scorso. Ed è stata organizzata oggi per pretendere una svolta nella gestione di questa annosa vertenza».Gli organizzatori ribadiscono: «Chi marcerà a Teramo il prossimo 11 novembre chiederà: 1) trasparenza e partecipazione. Finora tutta la vicenda dell'acqua del Gran Sasso è stata caratterizzata da mancanza di informazione ai cittadini . 2) Sicurezza per l'acqua. La consapevolezza dell'interferenza tacquifero/autostrada/laboratori deve spingere ad atti concreti per mettere finalmente in sicurezza l'acquifero del Gran Sasso. 3) Azzeramento del rischio. In attesa della soluzione definitiva è necessario azzerare il rischio di incidenti. Vanno aumentate la qualità e la quantità dei controlli, ma soprattutto, in presenza di una conclamata interferenza, non si può continuare a mantenere e aumentare il carico di materiale pericoloso, men che meno radioattivo».