TERAMO Scendono in piazza perché l'acqua è il bene più prezioso per la nostra vita. E chiedono trasparenza e partecipazione. E' questo lo spirito della manifestazione prevista per sabato prossimo a Teramo. E' un corteo organizzata dall'Osservatorio Indipendente per l'Acqua del Gran Sasso e promosso dalle associazioni Wwf, Legambiente, Mountain Wilderness, Arci, ProNatura, Cittadinanzattiva, Guardie Ambientali d'Italia, Fiab, Cai, Italia Nostra e Fai. Il punto di ritrovo sarà alle 15 in viale Mazzini vicino ai giardini "Carino Gambacorta" di Teramo, noti come i Tigli.Il corteo attraverserà tutto il centro cittadino ed è aperto a tutti gli abruzzesi. «La messa in sicurezza dell'acqua del Gran Sasso è un problema di tutta la Regione», hanno evidenziato i rappresentanti dell'Osservatorio. «L'acquifero del Gran Sasso fornisce acqua a circa 700mila abruzzesi nelle province di Teramo, L'Aquila e Pescara. La sua messa in sicurezza è fondamentale per oltre metà degli abitanti di questa regione ed è importante che in tanti sabato prossimo partecipino alla manifestazione per far sentire la propria voce e chiedere sicurezza e trasparenza. Questa manifestazione», continuano gli ambientalisti d'Abruzzo, «é stata organizzata come momento importante di un percorso portato avanti dall'Osservatorio Indipendente sull'Acqua del Gran Sasso nei mesi successivi all'incidente dell'8 maggio scorso».Chi marcerà a Teramo quindi chiederà soprattutto trasparenza e partecipazione perché «finora tutta la vicenda dell'acqua del Gran Sasso è stata caratterizzata da mancanza di informazione e di partecipazione. I cittadini hanno il diritto di sapere cosa succede all'acqua che arriva nelle loro case e all'ambiente in cui vivono». Chiederà anche sicurezza per l'acqua: «La consapevolezza dell'interferenza tra acquifero/autostrada/laboratori deve spingere ad atti concreti per mettere finalmente in sicurezza l'acquifero del Gran Sasso. Dopo gli oltre 80 milioni spesi dalla gestione commissariale, centinaia di migliaia di cittadini hanno potuto verificare che la sicurezza ad oggi non è affatto garantita. È il momento di affrontare una volta per tutte il problema e adottare soluzioni efficaci che mettano al primo posto la tutela della salute e dell'ambiente». E infine l'azzeramento del rischio: «In attesa della soluzione definitiva è però necessario azzerare il rischio di incidenti», concludono gli ambientalisti. «Vanno aumentate la qualità e la quantità dei controlli, ma soprattutto, in presenza di una conclamata interferenza non si può continuare a mantenere e aumentare il carico di materiale pericoloso, men che meno radioattivo, fatto transitare, immagazzinato e utilizzato sotto il Gran Sasso».