I terremoti che dal 2009 hanno colpito l’Abruzzo hanno messo a dura prova la resistenza delle infrastrutture autostradali che, in caso di nuova forte scossa, potrebbero addirittura crollare in alcuni punti. Lo ha detto ieri l’amministratore delegato della Società Strada dei Parchi, Cesare Ramadori, al forum “ Forum Europa – Per una Regione compiutamente europea”, che si è svolto nella sede del quotidiano Il Centro, e al quale, giovedì prossimo, il quotidiano degli abruzzesi dedicherà uno speciale. «Qualche mese fa», ha detto Ramadori, «gli esperti del settore hanno parlato della possibilità di una nuova scossa, della stessa potenza di quella di Amatrice, che potrebbe verificarsi in Centro Italia entro la fine dell’anno. Ovviamente non sanno né dove né quando, perché come sappiamo tutti, i terremoti non si possono prevedere, purtroppo. Questa è un’elucubrazione, così l’ho chiamata, ma se questo si avverasse noi abbiamo non la necessità, ma il dovere di fare i lavori di messa in sicurezza prima possibile. In questo senso», ha aggiunto, «ci siamo mossi con il Governo, sia a livello di ministero delle infrastrutture, sia a livello di ministero delle finanze, perché la cosa assurda è che i fondi sono disponibili, anche se in tempi purtroppo dilatati, nel senso che con l’ultima legge, quella che chiamano decreto Mezzogiorno, ci hanno finanziato 250 milioni a fondo perduto dal 2021 al 2025. Noi stiamo cerando di convincere il mondo bancario, e soprattutto Cassa Depositi e Prestiti », ha sottolineato Ramadori, «affinché ci vengano anticipati questi finanziamenti, che sono a fondo perduto, e che quindi non vanno a pesare sulla tariffa». Eppure, con la legge 228 del 2012 il Governo ha dichiarato la A24 e la A25 “strategiche per le finalità di protezione civile”, imponendo al concessionario di procedere, tra l’altro, anche all’adeguamento sismico e alla messa in sicurezza dei viadotti. Un input che la società ha raccolto, elaborando una proposta progettuale che consentirebbe, oltre alla messa in sicurezza, anche un accorciamento di circa 30 chilometri per la A24, per non parlare dell’eliminazione di tratti con pendenze elevate, quote di valico o raggi di curvatura eccessivi. Tutte variabili che, messe insieme, contribuirebbero a rendere più sicuri ed efficienti i tratti autostradali. «Dal 2013», ha aggiunto Ramadori, «abbiamo cominciato a presentare i piani per ottenere il benestare alla soluzione proposta, che prevedeva varianti all’attuale tracciato. Dovendo metterci le mani», ha spiegato l’amministratore delegato di Strada dei Parchi, «secondo noi la soluzione migliore era quella di prevedere delle varianti. A noi era sembrata l’occasione per cambiare. A parere della nostra società, se non si sfrutta questa occasione per modernizzare e velocizzare il collegamento tra le aree adriatiche e Roma (occasione che può generare 200mila posti di lavoro in dieci anni, si perde un’occasione irripetibile nei prossimi 50 anni ». Il ministero delle infrastrutture solo a novembre del 2016 ha imposto al concessionario la redazione di un nuovo piano che prevede solo l’adeguamento delle strutture esistenti senza apportare modifiche al tracciato attuale. Il rischio, è quello di dover convivere con gli eterni cantieri, ai quali è statisticamente associato un aumento degli incidenti.