L'AQUILA Sono 109 le crisi industriali abruzzesi seguite in prima persona dal vice presidente della Giunta, Giovanni Lolli, negli ultimi tre anni e mezzo. Un quadro particolareggiato che dà l'esatta misura della situazione attuale della regione e di quella in prospettiva. Il Messaggero comincia il viaggio dalle province di L'Aquila e Teramo. «Tra le questioni aperte più rilevanti c'è quella della Burgo di Avezzano spiega Lolli Si era partiti dalla chiusura, c'è un progetto di trasformazione dalla cartotecnica al cartone, con 25 milioni di investimenti e la riassunzione delle maestranze». Sempre nella Marsica c'è la vicenda della Vesuvius: «La multinazionale se n'è andata, c'è un progetto degli ex manager, con partner finanziari, per rifare una nuova azienda. Richiede un investimento di circa 15 milioni, vedremo». Burgo e Vesuvius coinvolgono 300 persone in totale. Si è risolta invece brillantemente la vertenza LFoundry: «E' stata una delle crisi più grandi. Siamo partiti da 700 esuberi, oggi l'azienda ha riassunto tutti, va benissimo e ha grandi prospettive». Restando in Marsica è inevitabile sottolineare la vertenza dell'acqua Santa Croce: «E' stata durissima, anche con l'intervento della magistratura. C'è stata una gara per la riassegnazione della concessione, ha vinto il più grande player nazionale, Norda. Siamo nella fase, complessa, di esecuzione delle procedure per il nuovo stabilimento e la riassunzione delle maestranze». Per quanto riguarda l'Aquilano, si è aperta la vertenza Intecs: «E' particolarmente grave spiega Lolli perché si tratta di un centro di ricerca d'eccellenza. L'azienda vuole chiudere, da tempo abbiamo fatto un accordo sindacale che prevede, a parità di profili professionali, che le aziende si rivolgano ai quei ricercatori. Ora c'è un bellissimo progetto sulla Space economy, per cui abbiamo investito dieci milioni: Alenia Thales ha una propensione alla gestione, mi aspetto anche attraverso un protocollo che da questa scelta possa venire una soluzione per una parte consistente dei lavoratori». E poi c'è tutto il macro comparto dei call center. «Per quanto concerne il Consorzio Lavorabile dice Lolli -, che operava in subappalto su una commessa Inps, c'è la gara in corso: siamo riusciti a ottenere che il subappalto entrasse nella clausola sociale. Vediamo chi vince e poi vigileremo sulla riassunzione per intero dei seicento dipendenti, all'Aquila e non in un'altra parte. Tratteremo con chi vince».
L'altro problema del comparto è quello di Ecare: «Vodafone se n'è andata e la proprietà è cambiata due volte. Noi abbiamo fatto un tavolo recente con l'attuale proprietà: siccome lavora soprattutto su commesse Inps, e il Tar ha tolto all'azienda un pezzo di commessa, dovremo andare in sede nazionale per scongiurare circa 200 esuberi tra Roma e L'Aquila. Combatteremo come tigri». L'altra grande vertenza aquilana è quella Edimo: «Oggi è in ripresa, dà lavoro a un po' meno di 300 persone ed è inserita in un progetto, insieme ad altri partner, per il riutilizzo pieno degli edifici di cui dispone. Il che potrebbe comportare riassunzione di altre persone».