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Data: 07/11/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Ilva, la Fiom rompe il fronte sindacale. Occupata la fabbrica a Genova. Il ministero: «Così si mette a rischio la trattativa». La Uil attacca: «Un atto inconsulto»

GENOVA La Fiom genovese ha deciso di rompere il fronte sindacale a difesa dell'accordo di programma firmato nel 2005, e a Genova ha occupato lo stabilimento di Cornigliano. La decisione è arrivata dopo un'assemblea in cui le rsu di Uilm e Fim Cisl hanno detto «no» a ulteriori forme di lotta, mentre è stata riavviata la trattativa su tagli e salari tra Governo e Am Investco. L'accordo di programma, firmato nel 2005, prevede che a fronte della chiusura dell'attività a caldo dello stabilimento vengano garantiti salari e livelli occupazioni (1650 posti). Ma Am Investco ha annunciato per Cornigliano un taglio di 600 dipendenti. La posizione della Fiom è chiara: nessun tavolo separato, convocazione al Mise prima possibile e, come ha sottolineato Armando Palombo della componente Fiom della Rsu «se viene annunciato anche un solo esubero strutturale l'accordo di programma, per quanto riguarda la richiesta di aree in concessione, deve essere ricalibrato con tutti i soggetti interessati».Stabilimento occupato, tenda rossa davanti all'ingresso dello stabilimento per montare il presidio, corteo nel ponente genovese con rampa di accesso all'autostrada e Sopraelevata (una delle arterie principali della città) bloccati per circa due ore. Il Mise con una nota si è detto «stupito» e «sconcertato» che la Fiom Cgil «promuova, fuori dalle regole, l'interruzione delle attività e proclami il presidio mentre il confronto fra le parti si è finalmente concretamente avviato» e sottolinea che «proprio mentre si apre il confronto, reparto per reparto, del piano industriale proposto dall'investitore una simile iniziativa rischia di mettere a repentaglio la trattativa per tutta l'Ilva».Parole che per la Fiom Cgil di Genova sono «una provocazione. Sono settimane che chiediamo un incontro sull'accordo di programma - ha detto il segretario dei metalmeccanici della Cgil genovese Bruno Manganaro - e la reazione alla mancata convocazione di questo tavolo con tutti i firmatari non può che essere lo sciopero». La protesta, ha avvertito Manganaro, «si ferma solo se ci daranno una data per un incontro su Genova». Fim e Uilm però non ci stanno. Per la Uilm l'occupazione dello stabilimento genovese è un «atto inconsulto», per la Fim è «la solita pantomima della Fiom per mettersi a posto con la coscienza». Il tavolo per le trattative è comunque in procinto di partire dopo la decisione di Am Investco di «congelare» la lettera inviata ai sindacati il 6 ottobre con la quale, tra l'altro, si annunciava l'intenzione di tagliare i salari del personale assunto. Due le date per il tavolo già fissate: il 9 novembre per parlare del piano industriale, il 14 novembre di quello ambientale. Ma prima, domani, c'è l'attesa riunione con Regione, Comune e Autorità portuale alla quale però non sono stati invitati i sindacati, per discutere dell'Accordo di programma.Per questo la Fiom avverte: no ai tavoli separati. La spaccatura sindacale non piace al governatore Giovanni Toti che ritiene l'Accordo di programma un punto fermo: «Non credo che la spaccatura del mondo sindacale aiuti la vertenza Ilva. Servirebbero sensibilità e prudenza da parte di tutti, siamo all'inizio di una trattativa complessa e lunga che in Liguria ci vede tutti in campo a difendere l'Accordo di programma». Ma la Fiom non cede e oggi sarà un'altra giornata di lotta.


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