L'AQUILA Occupazione stabile, ma con l'industria in sofferenza; confermato anche il prodotto pro-capite, ma con un -6% rispetto al 2010; diminuisce leggermente il Pil (-1,5% dal 2000, -0,2% tra '15 e '16), mentre cala drasticamente il ricorso alla Cassa integrazione (-48,3%). Sono i dati essenziali sull'Abruzzo contenuti nel rapporto Svimez 2017, presentato ieri mattina a Roma e riferito all'anno 2016 (confronto con il 2015). Secondo l'assessore regionale al Bilancio Silvio Paolucci un report che «offre diversi spunti positivi per quanto riguarda il nostro territorio». Di parere opposto i 5 Stelle. Per quanto riguarda l'occupazione, la variazione tra 2016 e 2015 segna un +0,5% (da 521.600 a 524.200 unità) mentre diminuisce del 3,2% il tasso di persone in cerca di occupazione (da 69.100 a 66.900). Allo stesso modo cresce (+1,2%) il tasso di occupazione, passando dal 54,5% al 55,7%, e si riduce (-0,5%) il tasso di disoccupazione, che passa dal 12,6% al 12,1%. «Numeri dice Paolucci - che distanziano di gran lunga il dato medio del Mezzogiorno, che vede il tasso di occupazione al 43,4% e quello di disoccupazione al 19,6%». Per quanto riguarda il prodotto pro capite, la regione si attesta a 22.853,30 euro per abitante (stabile, +0,1%), una cifra che pone la regione al di sopra rispetto al dato medio del Sud (17.146,00) e in avvicinamento verso la media nazionale (25.890,50).
«Quanto al dato del prodotto interno lordo aggiunge Paolucci -, un dato vecchio in quanto noto sin dal luglio scorso, è vero che nel 2016 si è registrata una flessione dello 0,2, ma si tratta di una caratteristica comune alle regioni colpite dal sisma di agosto e ottobre, con Umbria (-1,1) e Marche (-0,2) più penalizzate rispetto al Lazio (+0,1) che fa marcare un aumento contenuto». Per il resto vengono confermati l'ottimo trend delle esportazioni (+9,7%) e la crescita dei depositi bancari (+2,4%). «Il rapporto Svimez conclude Paolucci - termina con una serie di proposte: quella sulla logistica, prevede l'istituzione di nuovi corridoi trasversali al bacino del Mediterraneo e al suo interno auspica la creazione di un asse centro-settentrionale che vada da Barcellona all'Est europeo passando per Civitavecchia, Ortona/Pescara e Croazia. Un suggerimento che va verso lo schema al quale la Giunta D'Alfonso sta lavorando sin dal suo insediamento. L'Abruzzo si conferma dunque terra cerniera tra Nord e Sud, con dati che la pongono nettamente al di sopra dei valori registrati nel resto del Mezzogiorno e che guardano al centro Italia. Avvicinare ulteriormente la nostra regione alle aree più sviluppate del Paese è l'obiettivo del il 2018, con l'avvio di tutti i cantieri previsti nel Masterplan».
Molto critica l'analisi di Sara Marcozzi, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle: «Tutte le regioni del mezzogiorno crescono: Campania (+2,4%), Basilicata (+2,1%), Molise (+1,6%), Calabria (+0,9%), Puglia (+0,7%), Sardegna (+0,6%), Sicilia (+0,3%). Tutte tranne l'Abruzzo che arretra dello 0,2%. Questi sono gli effetti della totale mancanza di visione strategica che centro-sinistra e centro-destra hanno prodotto negli ultimi 10 anni. La politica degli annunci del presidente D'Alfonso sta dando i suoi frutti: distruzione delle piccole-imprese, indebolimento dei grandi insediamenti, povertà in continuo aumento e consumi fermi al palo».