PESCARA L'Abruzzo cerniera tra Nord e Sud, con quasi tutti i dati al di sopra dei valori registrati nel resto del Mezzogiorno. Emerge questo dal rapporto Svimez 2017, presentato ieri mattina alla Camera dei deputati a Roma e riferito al 2016.
PIU' OCCUPATI. Per quanto riguarda l'occupazione, la variazione tra 2016 e 2015 segna un +0,5% (da 521.600 a 524.200 unità) seppure a basso reddito, mentre diminuisce del 3,2% il tasso di persone in cerca di occupazione (da 69.100 a 66.900). Allo stesso modo cresce (+1,2%) il tasso di occupazione, passando dal 54,5% al 55,7%, e si riduce (-0,5%) il tasso di disoccupazione, che passa dal 12,6% al 12,1%. Numeri che distanziano il dato medio del Mezzogiorno, che vede il tasso di occupazione al 43,4% e quello di disoccupazione al 19,6%.
RICCHEZZA MEDIA. In merito al prodotto pro capite, l'Abruzzo fa registrare 22.853,30 euro per abitante (+0,1%), una cifra che pone la regione al di sopra rispetto al dato medio del Sud (17.146,00) e in avvicinamento verso la media nazionale (25.890,50). Quanto al dato del prodotto interno lordo (Pil), nel 2016 si è però registrata una flessione dello 0,2. Ed è questo il punto del rapporto dell'Istituto per lo sviluppo del Mezzogiorno su cui si riaccende lo scontro politico.
BOTTA E RISPOSTA. «E' un dato vecchio in quanto noto sin dal luglio scorso ma si tratta di una caratteristica comune alle regioni colpite dal sisma verificatosi nei mesi di agosto e ottobre, con Umbria (-1,1) e Marche (-0,2) più penalizzate rispetto al Lazio (+0,1) che fa marcare un aumento contenuto del Pil», è l'interpretazione di Silvio Paolucci, assessore al Bilancio. «Il Rapporto Svimez 2017 è una bocciatura severa e senza sconti del Governo D'Alfonso», gli ribatte il deputato di Forza Italia, Fabrizio Di Stefano, «l'Abruzzo è l'unica Regione del Mezzogiorno ad avere un dato di crescita del Pil con il meno davanti», continua il forzista, «non solo quindi perdiamo punti importanti rispetto allo scorso anno, ma addirittura arriviamo ad essere in decremento, a dispetto dei parametri di tutte le altre Regioni del Sud che invece sono in crescita». Molto critico è anche il commento di Sara Marcozzi, consigliere regionale del M5S: «E' desolante la fotografia ritratta dall'ultimo rapporto Svimez», afferma la pentastellata, «tutte le regioni del mezzogiorno crescono: Campania (+2,4%), Basilicata (+2,1%), Molise (+1,6%), Calabria (+0,9%), Puglia (+0,7%), Sardegna (+0,6%), Sicilia (+0,3%). Tutte tranne l'Abruzzo che arretra dello 0,2%».PIU' ATTUALITA'. Sarà però interessante conoscere il dato più recente, riferito al primo e al secondo semestre del 2017, del Pil abruzzese, non diffuso ieri mattina dalla Svimez, né presente nei siti dell'Istat e di Bankitalia. Solo allora sarà possibile tracciare un'analisi attuale dell'economia regionale. Passiamo quindi agli altri indicatori diffusi ieri.
ORA L'AGRICOLTURA. A fronte di un segno negativo (meno 2,9) del numero degli occupati nell'Industria, l'Abruzzo fa registrare un aumento (più 0,4) dell'occupazione nell'agricoltura e un più 2,1 nel settore dei servizi. Tra gli altri dati economici significativi si registra l'aumento, in questo caso consistente, delle esportazioni (+9,7%) all'estero, grazie al settore dell'automotive, e un buon accrescimento dei depositi bancari, cioè i risparmi (+2,4%) a cui fa da contraltare un meno 4,2 per ciò che riguarda i prestiti.
OLTREMARE. Il rapporto Svimez termina con una serie di proposte: una di queste prevede l'istituzione di nuovi corridoi trasversali al bacino del Mediterraneo e auspica la creazione di un asse centro-settentrionale che vada dalla Spagna (Barcellona) all'Est europeo passando per Civitavecchia, Ortona/Pescara e la Croazia. «Un suggerimento che va verso lo schema al quale la giunta D'Alfonso sta lavorando da tempo», afferma Paolucci, «è obiettivo primario della nostra amministrazione», conclude l'assessore, «avvicinare ulteriormente l'Abruzzo alle aree più sviluppate del Paese e il 2018, con l'avvio di tutti i cantieri previsti nel Masterplan, segnerà certamente una svolta per l'economia abruzzese». Ma non la pensano così le opposizioni di centrodestra e dei 5 Stelle.