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Data: 08/11/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Atac, bonus per le multe e autisti più ore al lavoro. Il conducente malato che faceva il gelataio: verso il licenziamento

Una sforbiciata netta ai bonus-facili che servivano solo a ingrossare le busta paga di autisti e macchinisti; un premio per i controllori dei biglietti (della serie, più portoghesi vengono stangati, più guadagni); e un mini-aumento dei carichi di lavoro per autisti e macchinisti, che passeranno da 37 a 39 ore di servizio alla settimana. È proprio l'ultimo punto del nuovo piano industriale di Atac a far rialzare la voce alle bellicose corporazioni interne, anche se la vicenda, vista da fuori, ha del paradossale. Agli autisti romani, di fatto, viene chiesto di lavorare né più né meno di quanto fanno i colleghi nel resto d'Italia. È il contratto nazionale della categoria a prevedere 39 ore di lavoro settimanali e solo grazie a un generoso contratto aziendale, finora, ai dipendenti dell'Atac è stato permesso di lavorare di meno. Ora, considerato che l'azienda del Campidoglio ha 1,3 miliardi di euro di debiti e rischia il default, ai lavoratori viene chiesto di rinunciare al privilegio. Sembra logico, ma i mini-sindacati già tuonano con minacce del tipo: «Blocchiamo Roma». Quando? Già dopodomani, quando è in programma, guarda caso di venerdì, l'ennesimo sciopero dei mezzi. «Dovevano pagare i responsabili del dissesto e invece si massacrano i lavoratori», attacca Claudio De Francesco, segretario della Faisa Confail.
I vertici dell'azienda, però, vanno avanti. La bozza del piano ieri è stata presentata ai sindacati e si punta alla firma almeno della Triplice confederale. Poi il testo verrà spedito al Tribunale fallimentare, che dovrà valutare se le misure proposte sono in grado di rilanciare una società colabrodo che ha chiuso tutti gli ultimi bilanci in profondo rosso e che non rispetta da anni il contratto di servizio con il suo unico azionista, il Comune di Roma.
I PORTOGHESI
Quasi tutte le misure dovrebbero entrare in vigore dal 1 gennaio prossimo. Circa 400 dipendenti che oggi hanno incarichi impiegatizi saranno «riconvertiti» e avranno mansioni più operative, «dirette all'attività di esercizio». Altri 100 verranno impiegati come controllori dei biglietti. Anche i lavoratori che di mestiere non fanno i verificatori, per 4 giorni al mese potranno andare a dare la caccia ai passeggeri senza ticket. Con un incentivo: per ogni multa incassata entro 5 giorni, intascheranno 2 euro e 50.
I macchinisti della metro dovranno strisciare il badge all'interno delle cabine di guida, anziché nei depositi, per controllare le ore di guida effettiva dei dipendenti, che comunque aumenteranno del 40% (in gergo tecnico, da 2,4 giri di media a 3,4 giri). I conducenti dei treni dovranno rinunciare a una parte dell'«indennità di condotta», che verrà riconosciuta solo se tutte le corse previste saranno rispettate e non più, come avviene ora, anche per le corse perse. Ci sarà un regolamento sul «check-out del materiale rotabile», tradotto: i guasti dichiarati dai macchinisti per rispedire i convogli in deposito verranno supervisionati, per ridurre il rischio di scioperi bianchi con malfunzionamenti fasulli.
Gli autisti dovranno rinunciare alla strana indennità da «turno lungo», che veniva pagata in aggiunta agli straordinari. I turni «lunghi», poi, saranno prolungati ulteriormente, e passeranno da 8 a 9 ore, compreso il sabato e la domenica. Le officine della manutenzione, invece, dovranno lavorare 24 ore su 24 per riparare senza sosta un parco mezzi che, in attesa di nuovi innesti, rimane tra i più datati d'Europa.


Il conducente malato che faceva il gelataio: verso il licenziamento

Ora potrà tornare alla sua professione principale, quella del gelataio. Peccato che per esercitarla, per mesi, abbia continuato a incassare lo stipendio dell'Atac, a cui diceva di essere malato. Invece di stare a letto, però, passava il tempo a riempire di cioccolato e panna coni e coppette. E a fine mese, doppio bonifico. La truffa è durata fino a quando l'autista è stato scoperto dalla municipalizzata dei trasporti di Roma, che ora lo ha sospeso e denunciato. Il procedimento disciplinare, data la gravità delle accuse, dovrebbe portare dritto al licenziamento, salvo sorprese.
Lo scandalo del doppio lavoro di autisti e macchinisti della più grande partecipata dei trasporti del Paese era stato denunciato sul Messaggero a metà luglio. Abbiamo raccontato di conducenti che, parcheggiato il bus in deposito, passano il pomeriggio a fare gli elettricisti o a fare i traslochi; c'è chi si è reinventato piastrellista e ha rifatto il bagno a diversi colleghi macchinisti; nei garage di Grottarossa un conducente è famoso come il cassamortaro, perché arrotonda lo stipendio aiutando, a chiamata, un'impresa di pompe funebri vicino casa.
«PROBLEMI DI SALUTE»Ora si è mossa anche la società del Campidoglio. E il caso dell'autista-gelataio, oltre al vizio del «secondo lavoro, non comunicato né autorizzato dall'azienda, come prevedono le norme interne», spiega Atac, è doppiamente grave perché le indagini interne hanno appurato che il dipendente, mentre svolgeva la seconda attività, si faceva mettere in malattia, anche per lunghi periodi.
Un comportamento inaccettabile, come sottolinea Linda Meleo, assessore ai Trasporti della giunta Raggi. «Deve essere chiaro a tutti che chiunque prenda in giro i lavoratori, i colleghi onesti e i cittadini sarà tranquillamente accompagnato alla porta. Basta con i furbetti che non rispettano gli orari di lavoro o si fingono malati per poi svolgere un altro impiego appena varcata la soglia dell'azienda. L'Atac non è un facile bottino a cui attingere».

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