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Pescara, 24/11/2024
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08/11/2017
Il Centro
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Comune crisi infinita. Gatti fa saltare il consiglio ma Brucchi resiste ancora. Fino al 2 dicembre si può approvare il bilancio, parte un tentativo disperato. I tre assessori gattiani pensano alle dimissioni .Guardiani, Falasca e Provvisiero ritengono incoerente la permanenza in giunta anche se hanno libertà di scelta. Oggi s'incontreranno per decidere insieme gli sviluppi |
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TERAMO Il valzer dei numeri in consiglio comunale si ferma a 13 presenti e fa saltare anche la seduta in seconda convocazione dedicata al bilancio. In aula si ritrovano i fedelissimi del sindaco Maurizio Brucchi e i dissidenti Alfredo Caccioni e Vincenzo Falasca, che da soli non bastano ad aprire i lavori. L'opposizione c'è ma non risponde all'appello così come Angelo Puglia e Guido Campana di "Al centro per Teramo" e il rappresentante di Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale Raimondo Micheli. Determinante risulta l'assenza di cinque esponenti su sei di "Futuro in", con l'eccezione del presidente del consiglio Milton Di Sabatino, al suo posto per dovere istituzionale. Un'assenza che di fatto impedisce di arrivare alle 17 presenze necessarie per la validità della seduta e la conseguente approvazione del documento contabile. LA TRATTATIVA. E' l'epilogo della mattinata convulsa di trattative che ha portato in città anche Nazario Pagano, il coordinatore regionale di Forza Italia, partito di riferimento di Brucchi e di Paolo Gatti. Il tentativo di mediazione del dirigente politico non è servito a riavvicinare le posizioni tra il sindaco e il leader della lista civica che nei giorni scorsi aveva chiesto al primo cittadino di presentarsi in aula dimissionario chiedendo l'approvazione del bilancio come ultimo atto della consiliatura. Brucchi, che intende restare al suo posto fino alla scadenza naturale del 2019, ha declinato l'invito ma Gatti ieri mattina non l'ha ritirato. Anzi, l'ispiratore di "Futuro in" ha prospettato il voto contrario del suo gruppo al bilancio. E' stata la mossa estrema per tentare di strappare al sindaco l'impegno a dimettersi dopo il varo del documento contabile, ma non ha sortito effetto. "FUTURO IN". Nel pomeriggio, però, l'orientamento della lista civica è cambiato e i sei consiglieri hanno preferito non presentarsi in aula. Il gruppo ha preso atto del «fermo diniego» da parte del sindaco a compiere «il nobile gesto delle dimissioni» per favorire l'apertura di «una fase nuova» e spiega di aver disertato la seduta di ieri «al solo fine di agevolare un supplemento di riflessione e di ragionevolezza, invece di esprimere un voto contrario, come accade di norma quando una richiesta accorata e fondamentale per la vita della città viene respinta». "Futuro in" resta in «fiduciosa attesa che, all'esito di tale nuova valutazione, si possa corrispondere alla nostra richiesta e procedere all'approvazione tecnica del documento contabile per poi restituire la parola ai cittadini». BRUCCHI. L'auspicio è rivolto al sindaco che, però, resiste sulla sua posizione. «Non mi dimetto», ripete dopo la seconda seduta consiliare consecutiva andata a vuoto, «Gatti vuole il commissariamento ma sarebbe una iattura per la città», afferma, «il bilancio va assolutamente approvato perché contiene provvedimenti fondamentali». La legge concede al sindaco ancora tre settimane scarse per un estremo tentativo di far quadrare i conti politici. Lunedì arriverà dal prefetto Graziella Patrizi la diffida ad approvare il bilancio entro i successivi venti giorni e, se Brucchi non ce la farà entro quel termine (2 dicembre), sarà obbligato a gettare la spugna. Fino a quel momento, però, lui non si arrenderà. «Non venire in consiglio è stata una mancanza di rispetto nei confronti del mandato ricevuto dagli elettori», contrattacca, «i dissidenti sono stati criticati per l'assenza nell'altra seduta, ma ieri Gatti ha imposto ai suoi consiglieri lo stesso atteggiamento». L'eventuale commissariamento, anche a bilancio approvato, secondo il sindaco avrà conseguenze disastrose per i cittadini. «Il commissario farà una mattanza dei servizi sociali e scolastici nel 2018», insiste Brucchi, «chi vuole il suo arrivo se ne assumerà tutte le responsabilità». Entro la scadenza del termine indicato nella diffida il sindaco riporterà il documento contabile in aula. «Rispetto la volontà dei cittadini e resto al mio posto», conclude, «vedremo quante volte ancora mancherà il numero legale e a quel punto sarà chiaro come stanno le cose».
I tre assessori gattiani pensano alle dimissioni .Guardiani, Falasca e Provvisiero ritengono incoerente la permanenza in giunta anche se hanno libertà di scelta. Oggi s'incontreranno per decidere insieme gli sviluppi
TERAMO Il gruppo consiliare di "Futuro in" resta in attesa di un ripensamento da parte del sindaco Maurizio Brucchi ma i suoi assessori sono sempre più in bilico. In attesa dell'improbabile annuncio di un passo indietro del sindaco, che dovrebbe farsi da parte subito dopo il varo del bilancio, a dimettersi potrebbero essere i tre rappresentanti in giunta della lista civica che fa capo a Paolo Gatti. Senza il supporto dei consiglieri comunali, che formano il gruppo di maggioranza relativa in aula, Franco Fracassa, Eva Guardiani e Caterina Provvisiero riterrebbero incoerente la loro permanenza in giunta, anche se Gatti ha lasciato loro libertà di scelta.Gli assessori gattiani ieri, nella seduta saltata proprio per l'assenza determinante di "Futuro in", erano regolarmente al loro posto. Sono rimasti al fianco del primo cittadino, nonostante la presa di posizione del loro gruppo di riferimento, in segno di rispetto nei suoi confronti. La situazione però potrebbe cambiare già oggi, quando Fracassa, Guardiani e Provvisiero s'incontreranno per valutare le mosse successive. L'allontanamento del gruppo dal sindaco e la fine dell'esperienza amministrativa decretata da Gatti sono di fatto incompatibili con la prosecuzione del loro incarico. Nessuno ha chiesto loro le dimissioni, ma i tre assessori si sentono delegittimati e dunque potrebbero chiamarsi fuori dalla giunta. Non sarebbe un atto ostile nei confronti del sindaco, ma la logica conseguenza della situazione determinata dalla presa di posizione del gruppo. Agli assessori, insomma, mancherebbe la necessaria copertura politica per continuare a operare fin quando l'amministrazione resterà in carica. L'auspicio, quasi impossibile da tradurre in effetti concreti, è che la politica riallinei le posizioni del gruppo di maggioranza relativa e del sindaco con il superamento dell'ennesima crisi. E' molto più probabile, per come si sono messe le cose, che la giunta abbia ancora vita breve.
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