Iscriviti OnLine
 

Pescara, 24/07/2024
Visitatore n. 738.561



Data: 08/11/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Da Dayco a Honeywell le battaglie sulla costa

L'AQUILA Risolta la grande questione della Solvay, restano ancora in piedi battaglie durissime da affrontare come quelle della ex Merker di Tocco Casauria (l'azienda di rimorchi per canion poi divenuta Cir e ancora Ir) e della Honeywell. È la fotografia, in estrema sintesi, della situazione maggiori crisi occupazionali tra Pescarese e Chietino. Si completa in questo modo il quadro tracciato dal vice presidente della giunta, Giovanni Lolli, che ha seguito direttamente ben 109 vertenze in tre anni e mezzo e l'altro giorno, attraverso Il Messaggero, ha stilato il bilancio dell'Aquilano. «Per quanto riguarda la Solvay dice Lolli abbiamo risolto il problema con grande successo: si è installata una ditta, la Chimica Bussi, che ha riassunto tutti i dipendenti e ha presentato un piano industriale attualmente al vaglio di Invitalia per un ulteriore sviluppo. Un progetto da 25 milioni che porterà a una nuova crescita occupazionale». Per quanto riguarda la ex Merker «attualmente dentro lo stabilimento, che era arrivato a occupare più di 200 persone, c'è un'azienda polacca, la Wielton, che sta andando bene, ma che alla fine potrà passare al massimo da 30 a 50 persone. Non siamo riusciti a trovare ancora un investitore adeguato per il resto delle maestranze». «Abbiamo poi il problema gravissimo della Kimberly Clark prosegue Lolli -, azienda americana acquistata dalla cartiera abruzzese Ico, ma il prodotto non ha avuto presa sul mercato (imballaggi di cartone, ndr). Oggi quasi cento persone sono in mobilità. Stiamo lavorando, c'è un progetto importante della Rolli: se l'investimento andrà in porto porterà alla riassunzione di 60-70 persone».
ALTRI FRONTI Un'altra grande vertenza affrontata è stata quella della Dayco. «È stata molto dura dice Lolli , si è partiti da 135 esuberi, ma si è conclusa brillantemente con un accordo: è stato finanziato un progetto di ricerca e ora ce n'è in discussione un altro anche sull'abbattimento dei costi energetici. È stata una delle cose di maggiore successo dell'ultimo periodo». Per quanto riguarda la macro-questione della Brioni, si è concluso un accordo molto faticoso: «Si è definito un incentivo all'esodo utilizzato da 120-130 persone; gli altri si sono messi part-time per consentire a tutti di restare al lavoro. Di recente c'è stato un cambio del management, nei prossimi giorni è previsto un incontro per capire meglio come vanno le cose sul mercato visto che l'azienda opera in una fascia alta».
IL TERAMANO Per quanto riguarda il Teramano uno dei problemi principali è stato quello della Veco, in crisi per la sua localizzazione all'interno del centro abitato. «L'azienda è stata salvata dice Lolli -, ora si sta discutendo un progetto molto buono di rilocalizzazione». Per il resto in quella zona la crisi ha riguardato soprattutto il tessile, eccellenza del passato: «Oggi il sistema fa fatica, molte produzioni sono delocalizzate all'estero, seguiamo l'interno comparto con attenzione». L'emergenza principale riguarda Hatria: «È una vertenza durissima, sono state messe in mobilità 65 persone. L'altro giorno abbiamo riaperto un tavolo ministeriale in cui l'azienda si è impegnata a riesaminare il progetto e, nel caso in cui emergesse la possibilità di riorganizzare, anche di tornare indietro dai licenziamenti». Altre vertenze si sono chiuse positivamente, tra cui la Golden Lady di Basciano, uno degli esempi di reshoring più brillanti, ovvero di ritorno in Italia di produzione spostate all'estero, nel caso specifico in Serbia.
IL CHIETINO Infine nella provincia di Chieti c'è la vertenza più drammatica, quella di Honeywell: «Riguarda 430 lavoratori diretti, più gli indiretti. Un'azienda che opera nel settore metalmeccanico, l'automotive, quello che sta andando bene, tra l'altro nel più importante nucleo industriale del centro-sud. Siamo in attesa di essere riconvocati al tavolo ministeriale, con la speranza che l'azienda presenti un piano industriale. Rassegnarsi alla chiusura di una realtà straordinaria come questa sarebbe un colpo durissimo».
IL BILANCIO Questo sono le macro-situazioni in regione. C'è poi tutto il settore delle piccolissime imprese che sfugge a misurazioni precise ed è alle prese con problemi seri. «Le imprese medio grandi stanno andando bene conclude Lolli I segnali di ripresa sono forti. Ma ci sono tre problemi: una parte risente ancora della crisi; in Abruzzo si fa troppo poca ricerca; le piccole e piccolissime aziende soffrono per l'accesso al credito e strategicamente non riescono a fare rete e filiera».

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it