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Data: 09/11/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Pensioni, l'assalto degli esclusi per evitare lo scatto a 67 anni

ROMA Quindici categorie esentate dall'incremento automatico dell'età di vecchiaia, e altre che bussano alla porta. I tempi del confronto tra governo e sindacati sono stretti: l'appuntamento di lunedì con i tre segretari confederali dovrebbe essere decisivo per arrivare ad un emendamento del governo alla legge di Bilancio. Per Cgil, Cisl e Uil la definizione di una platea esclusa dal passaggio ai 67 anni (ma non dall'aumento degli altri requisiti) non basta da sola ad avvicinare l'intesa; ma la disponibilità del governo a procedere su questa via ha già scatenato la corsa di molte categorie ad aggregarsi. Si sono fatti sentire i medici, per chiedere un paracadute per chi lavora in sala operatoria, visto che tra le mansioni gravose già riconosciute (e destinatarie di Ape sociale, l'indennità che scatta a 63 anni in attesa della pensione) rientrano quelle degli infermieri organizzati su turni. Hanno parlato anche gli agricoltori lavoratori autonomi, ricordando come il governo abbia già aperto ai braccianti agricoli dipendenti. Ci sono poi i rappresentanti delle Forze dell'ordine: per militari e poliziotti l'età della vecchiaia in realtà scatta prima degli attuali 66 anni e 7 mesi che sono il limite per la generalità dei lavoratori; ma il loro tetto (in generale) di 60 anni è comunque già incrementato con sette mesi legati all'aspettativa di vita: inoltre questi lavoratori sono soggetti al vecchio regime delle finestre per cui la loro uscita effettiva per vecchiaia avviene a 61 anni e 7 mesi; ferma restando la possibilità di sfruttare il vecchio sistema della pensione di anzianità con 57 anni e 7 mesi di età.

L'INDENNITÀ È chiaro che dal punto di vista dell'esecutivo non è immaginabile un'estensione indiscriminata dei beneficiari. Le quattro categorie di cui si è parlato martedì (operai agricoli, marittimi, pescatori e operai siderurgici) si aggiungono alla platea già prevista dell'Ape social ma non beneficeranno di quell'indennità, che del resto scade il prossimo anno e dovrebbe quindi essere prorogata dal 2019. Qualche piccolo aggiustamento comunque è possibile: ad esempio nell'ambito delle Forze dell'ordine potrebbe esserci un occhio di riguardo per la polizia locale; e forse sarà esentato anche il settore contiguo delle guardie giurate. Inoltre è verosimile che alcune professionalità già destinate ad essere salvate siano definite meglio: ad esempio tra i lavoratori che operano su gru potrebbero essere compresi anche quelli esterni all'edilizia (nei porti o nell'industria) e tra i marittimi anche quelli dei traghetti. Resta da vedere se queste aperture saranno sufficienti a Cgil, Cisl e Uil che vogliono invece un allargamento più significativo delle categorie escluse.

IL CALCOLO Poi verrà comunque la parte più difficile, perché i sindacati chiederanno di discutere anche del meccanismo di adeguamento all'aspettativa di vita. Su questo punto il governo è disposto a concedere che - a differenza di quanto avviene oggi - il calcolo funzioni nei due sensi, con la riduzione dei requisiti pensionistici in caso di calo della speranza di vita. Ma è difficile che ci siano altre aperture, se non forse il via libera alla formazione di una commissione scientifica incaricata di esaminare la questione nel medio periodo (opzione che comunque lo stesso Parlamento si prepara a prendere in considerazione durante l'iter della legge di Bilancio).
In questo scenario Cgil e Uil danno per ora un giudizio piuttosto negativo e parlano, ad esempio con Susanna Camusso, di «mobilitazione». Più cauta la Cisl, che comunque chiede ancora all'esecutivo modifiche sostanziali. Da trattare ci sarebbero poi altri punti come le agevolazioni previdenziali per i lavori di cura e l'equiparazione della previdenza complementare tra lavoratori pubblici e privati, che all'ultimo momento è uscita dal testo della legge di Bilancio.

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