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Data: 11/11/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Sciopero trasporti, città in ginocchio. Sciopero in difesa dei privilegi. Roma si ferma ma Milano no

Cosa ha lasciato a Roma l'ennesimo sciopero dei trasporti è facile leggerlo nei volti di chi ieri, intorno alle 17, aspettava la riapertura nella fascia di garanzia protetta della stazione metro di Piramide. Veri e propri capannelli di persone, studenti e lavoratori, accalcati sulla scalinata mentre la rabbia mutava le espressioni dei volti e costringeva a tenere serrate le mani per non esplodere: «Oggi è stato l'inferno», confessa una studentessa. C'è anche qualcuno che ironizza e scomoda Dante, citando il III Canto della Divina Commedia: «Per me si va nella città dolente, nell'eterno dolore». Si era previsto e poi si è realizzato. Lo sciopero nazionale di 24 ore indetto dai sindacati di base ha rispettato le promesse: Roma è rimasta bloccata davvero.
I più penalizzati sono stati gli utenti dei mezzi pubblici. Fermi in attesa di un bus che non passava mai. In Atac lo sciopero ha raccolto percentuali abbastanza alte rispetto alle trascorse mobilitazioni. Alle 12 l'adesione si attestava al 28,9%, (un autista su tre ha, di fatto, incrociato le braccia) per scendere poi ma di poco al 26,8% alle 15 di pomeriggio, mentre in Cotral ha aderito il 12% dei dipendenti. Ferme anche le metro e benché siano state rispettate le fasce di garanzia (servizio attivo fino alle 8.30 e dalle 17 alle 20) molti utenti sono comunque rimasti a piedi. Troppo carichi i bus, troppo pieni i vagoni dei treni della metropolitana. Un utente su tre (compresi quelli che hanno l'abbonamento) si sono visti chiudere in faccia le porte dei mezzi. Senza contare coloro che, alla ripresa del servizi, hanno dovuto fare i conti con i ritardi. Inevitabilmente, il traffico è andato in tilt. A poco è valsa l'apertura dei varchi del centro, stabilita dal Campidoglio per contenere al minimo i disagi.
VIABILITA'
Code e serpentoni in alcuni casi degenerati poi in tamponamenti si sono registrati sulla Tangenziale Est, a San Giovanni, sul Muro Torto, sulla Cristoforo Colombo. E poi ancora all'imbocco dell'A24, nella Galleria Giovanni XXIII, in via dei Monti Tiburtini. Non è finita qui. La giornata di protesta, che a Roma ha avuto i suoi effetti più nefasti rispetto alle agitazioni andate in scena in altre città italiane, ha visto l'adesione anche di molti dipendenti pubblici, tra insegnanti e impiegati comunali e municipali. Ieri è stato difficile in alcuni quadranti della città poter accedere ai servizi basilari come quelli offerti dall'anagrafe. A scandire poi lo sciopero anche i diversi sit-in e le manifestazioni che ci sono stati in Centro.
I TAFFERUGLI
Di fronte al ministero dell'Istruzione ieri, il comparto Cobas degli insegnanti ha raggruppato circa 400 manifestanti che hanno provato a raggiungere, in un corteo non autorizzato, un altro gruppo ai piedi di Montecitorio. Ne sono nati dei tafferugli con le forze dell'ordine. Due manifestanti e due agenti di polizia sono rimasti contusi. La Questura ha già fatto sapere che sono state denunciate due persone «per corteo non autorizzato, oltraggio, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale» e non si esclude che si possa procedere all'arresto differito.

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