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Pescara, 24/07/2024
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Data: 12/11/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Emergenza autostrade in Abruzzo - «Niente soldi, A24 e A25 stop ai lavori». L'annuncio choc di Ramadori, amministratore delegato di Strada dei parchi: «La burocrazia blocca i 250 milioni»

PESCARASono a rischio chiusura i cantieri per la messa in sicurezza di A24 e A25. I lavori, iniziati a maggio, fra una settimana si bloccheranno per i tempi lunghi della burocrazia. Quello che doveva essere un lavoro di prevenzione antisismica si trasforma in un'incompiuta. Anzi, in un'emergenza. Una grande emergenza per l'Abruzzo.
I FATTI. Lo Stato, proprietario delle autostrade, ha finanziato con fondi europei (250 milioni di euro) la messa in sicurezza di A24 e A25. Quei fondi però saranno disponibili solo nel 2021, per cui la Cassa Depositi e Prestiti avrebbe dovuto anticipare le somme. Sembrava tutto risolto, ma la burocrazia con i suoi tempi lunghi, ha rimesso tutto in discussione. Per la messa in sicurezza di A24 e A25 sono già stati avviati i cantieri sui principali viadotti della Strada dei Parchi. Questo primo pacchetto di interventi era stato finanziato destinando due rate che la concessionaria versa ogni anno - per un totale di 110 milioni di euro - proprio a parziale copertura dei lavori urgenti, sulla base di un decreto di aprile del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Quelle somme sono servite a realizzare un piano "antiscalinamento" dei viadotti. Ora si deve passare alla seconda fase, ovvero la messa in sicurezza urgente vera e propria. A questo proposito, sempre per evitare che i lavori vadano ad incrementare le tariffe, il Governo ha trovato altre risorse. Con la legge 123/2017 (decreto Mezzogiorno) ha infatti assegnato ulteriori 250 milioni di euro (soldi del Fondo Coesione, dunque europei a fondo perduto) per completare l'intervento entro il 2018. Ma i 250 milioni saranno disponibili solo fra tre anni, a partire dal 2021, con rate annuali da 50 milioni. La concessionaria Strada dei parchi, per evitare un blocco di tre anni dei lavori, ha così chiesto alla Cassa Depositi e Prestiti un anticipo per dare continuità ai cantieri. Comprendendo l'urgenza e la gravità della situazione sulle autostrade del centro Italia dopo i terremoti, l'Ad di Cassa Depositi e Prestiti, Claudio Gallia, si era quindi impegnato a rendere disponibili rapidamente tali risorse. Ma la burocrazia sta ritardando tutto.
L'AVVISO. Venerdì è stato comunicato a Strada dei Parchi che le risorse non potranno essere anticipate prima del prossimo febbraio. «Troviamo tutto questo assurdo e inaccettabile», afferma Cesare Ramadori, Amministratore delegato di Strada dei Parchi.
L'INTOPPO. «Lo Stato trova i soldi, ma un suo organo, Cassa Depositi e Prestiti, interamente controllata dal Tesoro, non è capace di fare, in una situazione di tale emergenza, ciò che ha fatto per altre cause molto meno urgenti. Attualmente sono circa 900 le persone, tra tecnici e operai, che lavorano nei cantieri su A24/A25, impegnate nei diversi interventi che si possono vedere lungo le nostre autostrade», sottolinea Ramadori, che aggiunge: «I parlamentari abruzzesi Pezzopane e Pelino hanno presentato degli emendamenti al cosiddetto decreto fiscale che verrà approvato dal Senato la prossima settimana, in cui sostanzialmente si chiede di risolvere la questione, garantendo la continuità dei lavori per la messa in sicurezza delle autostrade, riproponendo quanto approvato dal Parlamento a luglio: sospendere il pagamento delle rate Anas, che il Concessionario deve annualmente quale prezzo della concessione. Sospendere, si badi bene, non cancellare. Il debito rimane, Anas non perde nulla. Ma anche questa via sembra difficile perché sta incontrando resistenze, davvero incomprensibili, a livello del Ministero dell'Economia».
LO SFOGO. «Lo Stato», continua l'Ad, «vuole che facciamo le opere previste da un decreto del Mit di aprile, lo copre per 110 milioni di euro, su 170 di intervento previsto, ma non ci dà le risorse per fare ciò che ci chiede», conclude Ramadori sottolineando: «Abbiamo chiesto l'intervento del Mit che purtroppo, almeno sino ad oggi, non è riuscito a far comprendere a Cassa Depositi e Prestiti la gravità dei rischi a cui andiamo incontro». (c.s.)

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