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Pescara, 24/11/2024
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Data: 12/11/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
In quattromila marciano per l'acqua

Un'onda pacifica con bandiere e striscioni di quattromila persone che dopo una marcia lungo il centro di Teramo si sono ritrovati nella striminzita piazza Sant'Anna. Tutti con un solo motto: Giù le mani dell'acqua. Lo cantano bimbi e anziani lungo Corso San Giorgio che fa fatica a contenerli. La banda precede tutti, ad esempio le istituzioni (con un solo onorevole, Giulio Cesare Sottanelli che sulla vicenda sostiene che è meglio tenere un low profile: «Dopo sisma e calamità varie la voce turismo ne risentirebbe oltremodo»). Ci sono i sindaci con le fasce tricolori e soprattutto ci sono loro: gli organizzatori di una kermesse valutata da tutti come un «grande successo», cioè l'Osservatorio Indipendente dell'Acqua del Gran Sasso, seguito da una marea di associazioni ambientaliste, ultima nel corteo la rappresentanza prima della Cgil poi quella grillina. Erano in tanti, chi con un costume di panda addosso, chi con le carrozzine, tutti felici e baciati dal sole, con Marco Borgatti in versione capopopolo munito di altoparlante che detta i tempi. Compaiono gli striscioni: Il Gran Sasso non è cosa vostra (diretto all'Infn), Giù la mani dal Gran Sasso, Per l'acqua trasparente (che apre il corteo), Si fosse acqua I' l'annegherei (parafrasando Angiolieri s'i fossi foco), fino a un rustico Civiltà contadina. Il parterre de roi dell'ambientalismo teramano incassa una vittoria: «L'Abruzzo ha dimostrato di saper scendere in campo scandisce il vice presidente nazionale Wwf, Dante Caserta - questa può considerarsi una grande vittoria di democrazia, portata per un bene comune da tutelare dal laboratorio di fisica nucleare e dall'autostrada che minacciano la captazione dell'acqua in un bacino acquifero tra i più grandi d'Italia».
«NON SI ARRETRA»
La manifestazione ha tracciato un confine: «Da qui non si recede un millimetro» e chiede un impegno maggiore ai sindaci ed istituzioni. Ma l'obiettivo finale di Caserta è «la battaglia giudiziaria». Ma a infiammare la folla, ci pensa l'attrice Grazia Scuccimarra quando dal palco aizza tutti con un andate a stanarli, riferito ai laboratori: «Chi può andare dentro per vedere cosa fanno?» urla. Dinanzi è il boato. «Altro che moschee inaccessibili, pare un luogo misterioso» e se la prende con Prefettura e sindaci: «Cosa fanno?». La risposta del primo cittadino montoriese Gianni Di Centa è sdegnata: accecato dall'ira si toglie la fascia, poi vorrebbe replicare dal palco che «il problema non è andare dentro ma che si tolgano le sostanze pericolose». Ha un alterco con un manifestante che racconta di un problema di cancro, lui replica che sua mamma l'ha persa così. Il presidente Di Sabatino prospetta ricorsi al Tar: «Siamo qui per dare la sveglia». Però è ancora la Scuccimarra a incalzare: «Teramo s'è svegliata, questo è il momento di ricominciare daccapo».

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