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Pescara, 24/07/2024
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Data: 13/11/2017
Testata giornalistica: Il Messaggero
Il Pd sbugiarda Cantagallo: «Il capoluogo non si tocca»

Enzo Cantagallo spara sulla Croce rossa risvegliando le antiche memorie delle barricate per la lotta del capoluogo di regione. L'ex sindaco di Montesilvano non sa che parlare di capoluogo di regione a Pescara ad un aquilano è come bestemmiare. Per questa ragione da oltre 48 ore sta tenendo banco la sua incauta affermazione che ha costretto il Partito democratico al completo a ribadire una posizione più che ovvia: che il capoluogo di Regione è e resterà all'Aquila con o senza la Nuova Pescara. Del resto è come se l'ultimo degli illuminati del Pd di Terni si alzasse di buon mattino per rivendicare il capoluogo umbro, o che facesse altrettanto un collega dem di Isernia alla conquista della capitale del Molise. Ma no, forse a loro non verrebbe mai in mente perchè semplicemente non si fa. A Cantagallo invece sì. E sia. In nome della democrazia e della libertà di parola garantita dalla Costituzione.
Tuttavia l'ex sindaco Cantagallo ricopre anche un ruolo pubblico/politico pertanto sarebbe interessante sapere se le sue esternazioni sono il frutto di una personale pensata o se rappresentano gli iscritti del Pd di Montesilvano di cui egli è segretario. Se così non fosse sarebbe il caso di fare chiarezza. Al momento la sfiducia del partito nei confronti di Cantagallo è pressochè totale. Ieri è stato impallinato dal segretario regionale, Marco Rapino, dalla senatrice Stefania Pezzopane e dai vertici del Pd Aquilano. L'ex sindaco Cialente chiede addirittura le sue dimissioni. I Dem in una nota congiunta che porta come primo firmatario il segretario regionale, Marco Rapino scrivono: «Le parole del segretario regionale sono la risposta più chiara e netta possibile a quella che è una dichiarazione singola di un esponente del partito. Il capoluogo di Regione è e resta L'Aquila, ed è questa la posizione degli organi dirigenti, dei rappresentanti istituzionali, della comunità del partito. Cercare visibilità attorno al lavoro del Pd in Regione per i territori, offrire il destro a polemiche strumentali lascia il tempo che trova. Il Partito democratico rimane a tutti i livelli al lavoro per lo sviluppo dell'Abruzzo e del suo capoluogo, L'Aquila. Valgono come esempi dell'attaccamento della comunità del Pd all'Aquila i fatti, e non le chiacchiere, a cominciare dai miliardi stanziati dal governo Renzi per la ricostruzione, la scelta di farne una delle cinque città italiane dove si sperimenterà la rivoluzione tecnologica del 5G, gli investimenti nel comparto della formazione con lo sviluppo del Gssi, solo per fare pochi esempi».
«Questo personaggio, in cerca di nuova visibilità e forse stupidi consensi, si è permesso di uscirsene con una sciocchezza grave, commettendo un errore politico che crea un danno al Pd regionale- scrive Massimo Cialente-. Ritirare fuori la storia del capoluogo in Abruzzo è da sciocchi, se in buona fede, delinquenziale se strumentalmente studiato. La cosa, se non altro perché detta da uno che non conta niente, è di per se una sciocchezza, ma purtroppo ha una ricaduta sulla stampa. Ripeto, chieda scusa, e lo stesso segretario regionale Marco Rapino lo riprenda duramente. Se si sta in un partito non si è liberi di sparare sciocchezze. Chi lo vuol fare esce».

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