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Pescara, 24/07/2024
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Data: 15/11/2017
Testata giornalistica: Il Centro
Città e campanili - La Nuova Pescara divide l'Abruzzo. Capoluogo di regione? Il Pd dell'Aquila: Cuzzi si dimetta

PESCARA La Grande città non è ancora nata ma ha già tanto carburante nell'unico, vero motore dell'Abruzzo: la guerra di campanile. La diatriba sulla fusione dei tre Comuni nella Nuova Pescara lascia infatti gli angusti confini provinciali, dove già il confronto alimenta da mesi numerosi mal di pancia, e si estende a tutta la regione. A scatenarla è stata la sortita di un ex sindaco, oggi tornato in sella come segretario del Pd a Montesilvano, e di un altro esponente dem, come l'assessore pescarese Giacomo Cuzzi, i quali, nel solo ipotizzare la grande città nascente come il nuovo capoluogo dell'Abruzzo hanno innescato la miccia che può far deflagrare il progetto di fusione, prim' ancora che questo diventi un testo di legge al vaglio dell'Emiciclo. Così la vede Cristian Odoardi. «Alzare la posta. Sollevare un polverone gratuito, perché nulla si faccia e tutto resti com'è. Non saprei interpretare altrimenti» osserva il segretario della Cna pescarese, l'iniziativa, a dir poco «improvvida, di alcuni esponenti istituzionali e politici sul tema della Nuova Pescara: lanciare ora nel dibattito politico, alla vigilia dell'iter istituzionale conclusivo sulla legge di fusione, il tema del capoluogo di Regione, e sapendo quanto ancora il progetto sia contrastato anche all'interno dei tre centri interessati, vuol dire soffiare sul fuoco e riaprire ferite del passato, tanto più perché si tratta di un tema ampiamente risolto, dall'inizio degli anni Settanta. Tema chiuso, insomma: che può stare a cuore solo ai vecchi ultrà del campanile, in servizio permanente effettivo, a Pescara come all'Aquila».Frapporre ostacoli, mobilitare nuovi nemici, generare inutili tensioni, riesumare scheletri del passato è, secondo Odoardi, il disegno tattico congegnato per far saltare tutto, «lasciando al solo mondo dell'impresa e dell'economia l'onere della battaglia culturale a difesa del progetto».E se il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, definisce quello in atto nel Pd un «indecente spettacolo», e non esita a parlare di sciacallaggio in merito alla localizzazione del capoluogo d'Abruzzo, a indicare Cantagallo e Cuzzi, come «due personaggi in cerca di autore» è uno che, evidentemente, il Pd lo conosce molto bene. Parliamo qui di Stefano Albano, che dei democratici è segretario all'Aquila. «Siamo francamente stufi», attacca Albano, «di questo tipo di approccio alla politica, improntata alla ricerca di visibilità mediatica, con uscite e prese di posizione personali, giocate sulle pelle dell'Abruzzo e degli abruzzesi». Albano chiede le dimissioni di Cantagallo e Cuzzi dal Partito democratico. Perché, dice, «il Pd regionale sta portando avanti con serietà una linea opposta, che lungi dal puntare a rinfocolare sterili polemiche di campanile è al lavoro per lo sviluppo di tutta la regione». Albano non entra nel merito del progetto di fusione e non ne valuta le opportunità per la popolazione interessata. Neppure discute se la nascita di una città con circa 190mila abitanti, nel cuore dell'area più densamente urbanizzata dell'Abruzzo, non assuma naturalmente una maggiore capacità attrattiva e direzionale. Il segretario del Pd aquilano rileva invece che, un tale progetto, può solo concorrere a uno sviluppo armonico, «in cui tutti i poli e i territori abbiano un ruolo. Così, se Pescara consolida l'identità di centro economico d'Abruzzo, L'Aquila ha l'occasione di farlo come polo amministrativo e storico - culturale. I nostri sforzi sono concentrati su questo».Al dibattito sulla Nuova Pescara non sfugge la senatrice Stefania Pezzopane, che si dice «interdetta» nell'osservare «le due prese di posizione, tutte interne al Pd, sulla possibilità di spostare il capoluogo dell'Abruzzo dall'Aquila a Pescara. Sono espressioni contro la storia e contro la legge» sottolinea Pezzopane. «Posso dire che non solo i vertici dem sono estranei a questa discussione, ma che ogni volta che a Roma, come Pd, parliamo dell'Aquila e dell'Abruzzo, lo facciamo per portare nuove risorse e per affrontare tutti i problemi di una regione terremotata. Che va rilanciata. Come Pd», prosegue la senatrice aquilana, «siamo impegnati anche in queste ore per affrontare con il decreto fiscale e poi con la legge di bilancio tutti i problemi della ricostruzione post terremoto e in generale della regione. Credo che il progetto della grande Pescara si regga in equilibrio con la vocazione dell'Aquila centro istituzionale e capoluogo, in una visione policentrica dell'Abruzzo. Questa è l'idea che abbiamo della nostra regione. Il resto, sono chiacchiere che spero si spengano al più presto, anche perché quando si sollevano assurde questioni campanilistiche è sempre la destra a incassare».©RIPRODUZIONE RISERVATA


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