ORTONA La tormentata vicenda del dragaggio del porto di Ortona si arricchisce di un nuovo tassello. È stata infatti fissata al 12 aprile 2018 la discussione sul ricorso per l'affidamento dei lavori presentato dalla prima ditta in graduatoria, la Dragaggi srl, contro la seconda, la Nuova CoedMar srl. Lo ha sancito un'ordinanza del Consiglio di Stato, chiamato a decidere sul contenzioso. Un collegio di verificatori dovrà valutare alcune questioni specifiche inerenti il contenzioso stesso che si è aperto, e dovrà farlo entro il prossimo 26 gennaio. Poi ad aprile si terrà l'udienza per la discussione nel merito.Ma intanto le ultime notizie hanno scatenato le reazioni del centrodestra. Forza Italia ribadisce che i fondi, oltre nove milioni di euro, sono a rischio. Lo temono il deputato Fabrizio Di Stefano, il consigliere regionale Mauro Febbo, il consigliere comunale Peppino Polidori, l'ex consigliere comunale Tommaso Cieri e il coordinatore locale Simone Ciccotelli. «Si sta consumando una tragedia», dichiarano, «a causa dell'inadeguatezza di una classe dirigente e politica che non vuole ascoltare le giuste e valide tesi provenienti da chi siede ai banchi dell'opposizione. La già caotica telenovela dragaggio si arricchisce di un ulteriore e triste capitolo», aggiungono. «Il Consiglio di Stato rimanda al 12 aprile 2018 la discussione sul ricorso presentato dalla prima ditta in graduatoria contro la seconda alla quale il Comune, stazione appaltante, dovrebbe affidare i lavori. Prima che fosse pubblicato il bando per l'affidamento dei lavori, chiedemmo di modificarlo perché avrebbe aperto a possibili ricorsi che avrebbero messo a rischio i fondi. Ma i nostri consigli non furono accolti». Inoltre di recente il Comitato di coordinamento regionale per la valutazione d'impatto ambientale ha dato parere favorevole all'esclusione della procedura Via sul progetto di escavazione dei fondali. Su questo Polidori, Cieri e Ciccotelli hanno qualcosa da ridire: «Non capiamo i toni entusiasti utilizzati dal sindaco Leo Castiglione per annunciare l'esito della Commissione Via regionale. Per lui si avvicinano i lavori, ma non è affatto così, anzi. In quella sede», affermano, «è stato valutato il destino dei fanghi, ma qui è a rischio l'esecuzione dei lavori. Il problema è a monte: se non si dovesse dragare, quei fanghi non verrebbero prodotti. Di certo questa decisione del Consiglio di Stato non fa altro che allontanarli».