MILANO - Un nuovo caso aziendale agita il Ministero dello Sviluppo economico: la direzione aziendale della Honeywell ha comunicato oggi ai sindacati la chiusura dello stabilimento di Atessa (Chieti) che produce turbo diesel e dove sono impiegati 420 lavoratori. L'azienda - colosso che spazia dai termostati per gli appartamenti alle tecnologie applicate alla sanità - ha sostenuto che, a conclusione della procedura di solidarietà che scade il prossimo 2 aprile, verrà aperto il percorso di mobilità.
I sindacati hanno immediatamente convocato un'assemblea, mentre i lavoratori Honeywell stanno attuando da 60 giorni il presidio permanente dello stabilimento.
Dopo la notizia, si è mossa la politica. Un'interrogazione - a prima firma Bersani - presentata al ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, ha chiesto l'intervento del Governo per chiedere "un ripensamento della scelta" alla Honeywell e "l'apertura di un tavolo negoziale".
E la rezione di Calenda non si è fatta attendere: una nota del Mise dice che "ha ricevuto ieri come previsto i vertici della Honeywell ed ha rinnovato la disponibilità piena del governo a sostenere programmi di investimento in innovazione e ricerca per mantenere l'attività produttiva nello stabilimento di Atessa. I vertici di Honeywell hanno ritenuto di non accogliere la proposta avanzata dal Ministro e hanno comunicato la decisione di cessare l'attività. Si tratta di una decisione estremamente grave".
Prosegue la nota del Ministero: "In accordo con le organizzazioni sindacali e le istituzioni territoriali il Ministero continuerà a seguire la vicenda con l'obiettivo di trovare soluzioni che possano garantire gli attuali livelli occupazionali. Già nei prossimi giorni verrà convocato al Mise un tavolo con tutti i soggetti coinvolti".
Dal canto suo, l'azienda fa sapere che la ristrutturazione avverrà "nel corso del secondo trimestre del 2018. L'azienda ha preso questa difficile decisione a seguito di un'approfondita analisi dello stabilimento, che da diversi anni si trova ad affrontare problemi di sovraccapacità e di competitività a causa del declino dei motori diesel e della crescente concorrenza internazionale". L'azienda, aggiunge una breve nota, "sarà disponibile fin da subito ad avviare il dialogo con i rappresentanti dei lavoratori, per individuare le soluzioni migliori che possano minimizzare l'impatto su tutte le persone coinvolte".