ATESSA «L'azienda ha comunicato la chiusura». Sono le 10.35 di mattina. Lo scarno messaggio arriva tramite Whatsapp ai lavoratori della Honeywell di Atessa. C'è appena stata una riunione, informale, tra azienda e sindacati - Fim, Uilm e Fiom - in una informale location. In un hotel di Mozzagrogna i vertici locali della multinazionale dei turbo hanno comunicato che la fabbrica di contrada Saletti, eccellenza italiana, sarà smantellata. Irrevocabilmente. Non sono serviti quasi 60 giorni di sciopero di fila - dal 18 settembre a ieri -, la mobilitazione del territorio, di cittadini e amministratori. Non sono bastati gli sforzi dei sindacati e l'impegno del ministro Carlo Calenda. E non è servito il tavolo tecnico permanente aperto alla Regione Abruzzo. La Honeywell Transporter System ha stabilito che si smobilita dal 2 aprile, al termine della procedura di solidarietà. In bilico 420 dipendenti propri e altri 60 dell'indotto, soprattutto della Travaglini di Atessa. Finisce così il lungo e snervante braccio di ferro tra proprietà e lavoratori, istituzioni e forze sindacali. La lotta si conclude con una decisione «unilaterale e improvvisa» affermano i sindacati. «E' una carneficina sociale», commentano alcuni dipendenti che stanno presidiando la fabbrica. Sono sotto una tenda a ripararsi dalla pioggia. «Mi licenziano con un sms» sbotta deluso qualcun altro. Loro sono sfatti, distrutti, ci hanno creduto fino in fondo, non hanno ceduto.
L'AMAREZZA DI LOLLI «Una conclusione funesta, la peggiore che temevamo, ma che speravamo non si concretizzasse - afferma il vice presidente della Regione, Giovanni Lolli, che ha seguito ogni fase della vicenda -. Abbiamo messo i quattrini a disposizione, abbiamo fatto riunioni, ci siamo conquistati un tavolo ministeriale: non è bastato. Adesso dobbiamo pretendere il tempo necessario per poter costruire una proposta alternativa per poter salvare l'occupazione. Questa è la più importante vertenza dell'Abruzzo per numero di lavoratori coinvolti e per qualità. No alla rassegnazione, bisogna continuare la vertenza, a livello istituzionale». Honeywell intende delocalizzare a Presov, in Slovacchia, dove ha già realizzato un impianto gemello e dove saranno spostate le linee e le produzioni.
L'IMPEGNO DEL MINISTERO Il Mise, in una nota, ribadisce che Calenda «ha ricevuto come previsto, i vertici della Honeywell e ha rinnovato la disponibilità piena a sostenere programmi di investimento in innovazione e ricerca». La proprietà ha «ritenuto di non accogliere la proposta avanzata e ha comunicato la cessazione dell'attività. Si tratta di una decisione estremamente grave. In accordo con le organizzazioni sindacali e le istituzioni - si legge nel documento - il ministero continuerà a monitorare la vicenda con l'obiettivo di trovare soluzioni che possano garantire gli attuali livelli occupazionali». Per martedì 21 è stato convocato al ministero, «un incontro con tutti i soggetti coinvolti». Di «catastrofe sociale, economica e industriale» parlano Mario Pupillo, sindaco di Lanciano e presidente della Provincia di Chieti, e il sindaco di Atessa, Giulio Borrelli. «E' uno scandalo - dicono Nicola Manzi, Uilm e Primiano Biscotti, Cisl - perché è un'azienda in salute». Ieri pomeriggio l'assemblea sindacale nel centro di Atessa. Davide Labbrozzi, Fiom Cgil: «Ogni nostra iniziativa è stata giusta, nessun rammarico. Ma non finisce così, le trattative proseguono». Sciopero sospeso e da oggi rientro graduale in fabbrica.