L'AQUILA Il governatore Luciano D'Alfonso e il Pd a ranghi compatti chiudono il caso-capoluogo, ma sul tappeto restano scorie e polemiche: il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci arriva a chiedere l'espulsione dal partito di Cantagallo e Cuzzi, rei di aver fatto esplodere il caso proponendo la Nuova Pescara al posto dell'Aquila; Cuzzi replica sdegnato; il segretario regionale Marco Rapino non raccoglie, non ravvisando i termini di una «questione etica». Palla rimandata al di là della rete, a un centrodestra che inaspettatamente arriva in soccorso del Pd con le dichiarazioni del capogruppo forzista Lorenzo Sospiri, favorevole alla proposta-Cantagallo. Sembra di intuire che la doppia conferenza stampa di ieri (Pd in Regione, centrodestra in Comune), corroborata dalle parole attese di D'Alfonso, possa frenare, almeno al momento, istinti settantuneschi (anno dei moti).
IL POSTD'Alfonso ha scelto Facebook, dopo giorni di silenzio, per dire la sua. Utilizzando un'autocitazione estrapolata dalla trasmissione tv Rete8 Economy dello scorso 30 ottobre: «Come è evidente, il tema della sede del capoluogo di regione non è all'ordine del giorno. Si tratta di un dibattito generato da pensieri etilici, che mira a svellere l'attenzione dall'obiettivo reale, chiesto dai 62.348 cittadini che hanno votato sì al progetto di fusione».
IL CHIARIMENTO Il Pd ha riunito lo stato maggiore significativamente all'Aquila, nella sede del Consiglio regionale. C'erano, ieri mattina, Silvio Paolucci, Giuseppe Di Pangrazio, Marco Rapino, Pierpaolo Pietrucci, Americo Di Benedetto (andato via senza parlare, si sussurra di duelli elettorali), Stefano Albano, Massimo Cialente, Stefano Palumbo, Sandro Mariani, Maurizio Di Nicola (Centro democratico), Francesco Piacente. Assente Camillo D'Alessandro per motivi familiari. Rapino ha detto chiaramente che «la questione finisce qui» senza ulteriori conseguenze però: «Il Pd è plurale, ampio: non chiediamo le dimissioni di chi propone il capoluogo a Pescara, ma di riportare il dibattito entro i paletti». Albano è andato pesante contro il centrodestra: «Biondi l'ha solo messa in caciara, il capogruppo regionale di Forza Italia, che aspira a essere presidente della Regione, sostiene che il capoluogo deve andare a Pescara. Sono tutti sullo stesso piano: Cuzzi, Cantagallo, Sospiri, Biondi». Pietrucci ha invocato a gran voce provvedimenti: «Ribadisco la richiesta di dimissioni e di procedimento disciplinare. Non accettiamo lezioni da chi ha usato la prescrizione (Cantagallo, ndr). La comunità aquilana è offesa da due peones, due pellegrini. Cantagallo deve uscire dal partito, così come Cuzzi. Scriverò alla Commissione garanzia del partito». Richiesta stoppata sia da Rapino che, nel pomeriggio, dal segretario pescarese Moreno Di Pietrantonio: «E' fuori luogo, non è previsto da alcun regolamento. E poi per cosa, posizioni personali? L'Aquila capoluogo non è in discussione, la questione è stata risolta 40 anni fa. Non c'è alcun collegamento con la Nuova Pescara». L'ex sindaco Massimo Cialente ha detto che «due peones hanno acceso un cerino vicino alla paglia. Mi preoccupa di più, invece, il salto qualitativo del centrodestra: non ha parlato un caporale di giornata, parla un generale di brigata. Il furiere conta poco, ma quando si passa dal circolo di Montesilvano, che credo non goda di buona salute, alle stanze del Consiglio, c'è bisogno di spiegazioni». Di Pangrazio ha stroncato il tema: «Non mi risulta che esista all'ordine del giorno».
IL CONTRATTACCOIn serata è arrivata anche la replica, piccata, dell'assessore Giacomo Cuzzi: «Le dichiarazioni dei dirigenti del Pd aquilano destano sgomento rispetto alla legittima facoltà di avanzare proposte che ogni iscritto ha. Sono stupito dalle reazioni del segretario del Pd dell'Aquila e del consigliere Pietrucci che evidentemente, essendo a corto di argomenti, preferiscono buttarla in caciara. Assistiamo ad una violenta reazione che desta preoccupazione. Il mio impegno sarà sempre rivolto alla costruzione di una comunità politica capace di confrontarsi sulle tesi e di proporre reali soluzioni. Questa non penso sia una visione etilica e magari l'etilometro andrebbe fatto ogni mattina a quelli che prima erano contrari alla grande Pescara e oggi per lanciare spot elettorali sono divenuti favorevoli».