L'AQUILA «L'Aquila è e resterà il capoluogo d'Abruzzo». Si è riunito l'establishment del Pd abruzzese e aquilano ieri a Palazzo dell'Emiciclo, per ribadire, a chiare note, che «non è all'ordine del giorno un dibattito sul capoluogo di regione». E Pietrucci vuole fuori dal partito Cantagallo e Cuzzi.Una precisazione che si è resa necessaria, per riannodare i fili e dare una risposta unitaria e compatta alle esternazioni di Enzo Cantagallo, ex sindaco di Montesilvano, e Giacomo Cuzzi, assessore della giunta di centrosinistra che governa Pescara, che due giorni fa hanno proposto la città adriatica come capoluogo d'Abruzzo. Una boutade, «che però io non sottovaluto. E per questo mi rivolgerò alla Commissione di garanzia del Pd e voglio Cantagallo e Cuzzi fuori dal partito», è il parere del consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci.Le esternazioni sono un prodotto del progetto della Nuova Pescara, che dovrebbe nascere dall'unione dei comuni di Montesilvano e Spoltore con la città dannunziana. A convocare la conferenza del Pd, il segretario regionale, Marco Rapino, insieme a esponenti di spicco a livello regionale, provinciale e comunale, come il presiente del consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio, l'assessore alla Sanità, Silvio Paolucci, il capogruppo in consiglio regionale, Sandro Mariani. E a livello locale, Stefano Albano, segretario dell'Aquila, l'ex sindaco Massimo Cialente; Amerigo Di Benedetto, presidente V Commissione consiliare comunale; Stefano Palumbo, capogruppo comunale in consiglio; il segretario provinciale, Francesco Piacente. La richiesta di espulsione di Cantagallo e Cuzzi dal partito, non è condivisa, come posizione generale, dal Pd. «Non è previsto dal regolamento interno del partito. Nessuna azione disciplinare: è stata un'esternazione democratica, come ce ne sono tante nel nostro partito, aperto al dibattito», precisa Rapino, «ma il Pd non ha mai pensato di cambiare il capoluogo di regione. Per noi la questione finisce qui. È il centrodestra a trovarsi in forte imbarazzo ora», sottolinea Rapino, «perché a ribadire il concetto di Pescara capoluogo di regione è stato il consigliere di Forza Italia, Lorenzo Sospiri». Contrario a ipotesi di epurazioni anche il segretario comunale del Pd di Pescara, Moreno Di Pietrantonio: «Quello di Cantagallo e Cuzzi è un punto di vista personale, non del partito. L'espulsione è una richiesta fuori luogo e non prevista dal Pd, L'Aquila capoluogo di regione è una questione definita 40 anni fa. E la Nuova Pescara non c'entra nulla con il capoluogo».«Nel caso di Cantagallo ha parlato un caporale di giornata, in quello di Sospiri ha parlato un generale di brigata», è il paragone di Cialente, che sottolinea il «caos che lo stesso Sospiri ha generato nel centrodestra». Anche alla luce di questo dibattito, da molti ritenuto «inutile, meglio pensare a cose più serie» - come dicono il capogruppo M5S in consiglio regionale, Gianluca Ranieri, e il consigliere Idv del comune dell'Aquila, Lelio De Santis - il segretario regionale ritiene «una priorità la legge su L'Aquila Capoluogo».«L'Aquila merita di essere coccolata e non trattata in questo modo», è l'opinione di Maurizio Di Nicola, presidente della commissione Bilancio in consiglio regionale, che come Centro democratico ha voluto portare il suo contributo. «Banalizzare queste esternazioni sarabbe uno sbaglio. L'Aquila è stata umiliata da questi due peones, pellegrini», è il carico da undici di Pietrucci. «Ma anche ciò che ha detto Sospiri è grave: cosa vuole fare ora il centrodestra?». Un invito alla moderazione arriva dal presidente della Provincia dell'Aquila, Angelo Caruso (centrodestra).
Il centrodestra: siamo pronti alle barricate. I consiglieri comunali in stato di allerta: iI capoluogo di regione è L'Aquila, lo dice anche lo statuto
L'AQUILA«Il capoluogo della regione Abruzzo è L'Aquila, lo dice lo statuto. Punto». Una chiusura netta a ogni ipotesi di spostare il capoluogo della regione verso la Nuova Pescara, arriva dai consiglieri comunali di centrodestra dell'Aquila, nel corso di una conferenza stampa che ha visto allo stesso tavolo gli esponenti delle varie anime del centrodestra aquilano, da Roberto Junior Silveri (Forza Italia) a Giorgio De Matteis (Fratelli d'Italia), da Daniele D'Angelo e Leonardo Scimia (Benvenuto Presente) a Roberto Santangelo (L'Aquila Futura) e Raffaele Daniele (Unione di Centro). Una conferenza stampa sul filo dell'ironia, in cui gli esponenti di centrodestra hanno preso di mira non solo gli autori delle esternazioni, Enzo Cantagallo e Giacomo Cuzzi, ma anche l'esponente regionale di Forza Italia, Lorenzo Sospiri che, come dice De Matteis, «ha detto una c...». E come ammesso da Silveri «bene ha fatto Nazario Pagano a mettere subito le cose in chiaro». Nel mirino degli esponenti di centrodestra anche il comportamento del presidente della Regione, Luciano D'Alfonso: «Lungo la costa non si muove foglia che D'Alfonso non voglia», dice De Matteis, «e quindi se D'Alfonso parla di un problema "etilico" da parte degli autori delle esternazioni, devo pensare che, a quasi una settimana dalle esternazioni, sia stato "costretto" a intervenire. Quella di D'Alfonso è una vera e propria "ripresa del lattaro", un tentativo tardivo di riprendere in mano la situazione».E anche l'uscita di Pierpaolo Pietrucci, che ha annunciato di voler cacciare dal Pd Cantagallo e Cuzzi, per il centrodestra aquilano altro non è che «una cialentata».«Ricordate quando l'ex sindaco Cialente annunciava le dimissioni? Il capoluogo sta all'Aquila e qui deve restare», spiega lo stesso De Matteis, in consiglio regionale i primi anni 2000, quando fu riscritto lo Statuto della Regione Abruzzo. «Che il capoluogo è L'Aquila lo dice lo statuto riscritto all'epoca. Che ci provino a cambiarlo».Qualcuno evoca le barricate, tutti gli esponenti del centrodestra dicono di no.«Non serviranno», dice Raffaele Daniele». «Non ce ne sarà bisogno, ma sia ben chiaro che noi siamo in allerta e non siamo stupidi», è la chiusura di Giorgio De Matteis.