ROMA All'incontro di questa mattina, alle 9, in pieno centro a Roma, i commissari di Alitalia si presenteranno con i conti in ordine di fronte agli emissari di Lufhtansa, piombati nella Capitale, come anticipato dal Messaggero, per iniziare la trattativa che dovrebbe portare all'acquisizione della ex compagnia di bandiera. Soprattutto discuteranno del piano messo a punto dall'ad Carsten Sphor che sarà illustrato, da Joerg Eberhard, braccio destro del top manager e grande conoscitore del mercato italiano del trasporto aereo. Una prima presa di contatto per avviare una partita che si annuncia complessa. Alla quale Luigi Gubitosi & co danno una grande importanza. La proposta tedesca - 200-250 milioni per una vettore con circa 6 mila dipendenti, il mantenimento dei livelli occupazioni di piloti e hostess e buona parte della manutenzione con una flotta da 100 aerei - appare in questa fase, e in assenza di alternative valide, quella più concreta e realistica. Il Fondo americano Cerberus, dopo alcune uscite sulla stampa, sembra infatti sparito nel nulla nonostante l' offerta complessiva per 400 milioni che aveva colpito governo e commissari. E, probabilmente, messo in allerta anche Francoforte. I tedeschi, proprio perché molto interessati ad Alitalia, vogliono accelerare con un rilancio calibrato, legato cioè alle condizioni che verranno stabilite dai commissari e da Palazzo Chigi. Di certo non si lanceranno in promesse che poi non potranno essere mantenute. Del resto il progetto elaborato è attentissimo ai costi, prevede il mantenimento di voli a lungo raggio, lo sviluppo delle tratte interne e il taglio di quelle non economiche. Come noto, i tedeschi non sono invece interessati al settore dell'handling e ad una parte degli amministrativi, che dovrebbero trovare una collocazione presso altri operatori. Il modello proposto è quello della Swiss che, dopo la ristrutturazione dei costi, è stata salvata dal fallimento e poi rilanciata, riprendendo a macinare utili.
I DETTAGLI L'offerta da 200-250 milioni tiene conto del fatto che Alitalia ha asset molto limitati, avendo tutti i 123 aerei in leasing e che ci vorrà una forte cura ricostituente per continuare il lavoro di rilancio iniziato dai commissari. Al tavolo Luigi Gubitosi, Stefano Paleari ed Enrico Laghi approfondiranno il discorso su strategie, conti e ricadute occupazionali. Ai tedeschi illustreranno i risultati fin qui ottenuti: 140 milioni di risparmi realizzati attraverso il taglio dei costi (dal carburante al leasing, dai servizi, alle forniture), tasso di puntualità record registrato ad ottobre e, ciliegina sulla torta, margine operativo lordo in pareggio nel secondo semestre dell'anno. Insomma, potranno affermare con un pizzico di orgoglio e toccando ferro, che l'ex vettore tricolore ha finalmente smesso di perdere un milione al giorno. In cassa poi ci sono 850 milioni di euro (grazie al prestito ponte), mentre 120 sono già stati destinati alla Iata. Basi solide per costruire il futuro visto che i commissari oltre a tagliare stanno anche costruendo una strategia industriale sostenibile. Dopo 16 anni infatti Alitalia tornerà a volare in Kenia e Sud Africa. Il Sud del mondo che interessa a Lufthansa.