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Pescara, 24/11/2024
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Data: 17/11/2017
Testata giornalistica: Il Centro
«Pescara capoluogo» Il Consiglio approva. L'ordine del giorno del centrodestra passa con voti anche del Pd. Il documento impegna l'amministrazione Alessandrini a farsi portavoce, in Regione, di una modifica dello statuto che consenta di trasferire il capoluogo dell'Abruzzo dall'Aquila a Pescara

PESCARA Un'iniziativa amministrativamente irrilevante, ma esplosiva sotto il profilo politico quella adottata ieri pomeriggio dal Consiglio comunale di Pescara che, con 14 voti favorevoli e 9 contrari, ha approvato un ordine del giorno presentato dal centrodestra e sottoscritto da tre consiglieri di maggioranza (Giuseppe Bruno, Riccardo Padovano e Piernicola Teodoro). Il documento impegna l'amministrazione Alessandrini a farsi portavoce, in Regione, di una modifica dello statuto che consenta di trasferire il capoluogo dell'Abruzzo dall'Aquila a Pescara. Il fatto che il documento sia stato approvato anche da due rappresentanti del Partito democratico, Tiziana Di Giampietro e Fabrizio Perfetto, conferma che l'ordine del giorno confezionato dal centrodestra è andato a segno, riuscendo a ottenere l'effetto deflagrante che probabilmente era stato congegnato dagli ideatori. Duplice la finalità. La prima, scompaginare il partito di maggioranza, nonostante altri sette consiglieri dem (Zuccarini, D'Antonio, Longhi e Giampietro) con il sindaco Alessandrini e il capogruppo, Marco Presutti, e il presidente dell'assemblea Francesco Pagnanelli, abbiano espresso voto contrario. La seconda, infliggere un colpo che può essere mortale al progetto di legge regionale sulla fusione di tre Comuni per la nascita della Nuova Pescara.E pensare che il presidente Luciano D'Alfonso, non più tardi di due giorni fa, aveva ammonito gli stati generali del suo partito a non commettere errori sul percorso del progetto di legge che sta per intraprendere la discussione in Consiglio regionale. Il governatore aveva bollato come "pensieri etilici", quelli di chi sembra mostrare il fianco a discorsi che nulla c'entrano con la fusione dei tre Comuni. A cominciare dalla questione del capoluogo regionale, che nessuno ufficialmente ha mai messo in discussione, ma che con il passare delle ore è diventata la provocazione capace di far saltare il banco. Il centrodestra ha dimostrato di poterla utilizzare come "arma tattica" in Consiglio comunale, ma probabilmente c'è qualcuno che immagina davvero di poter avviare così una discussione su nuovi, mirabolanti assetti istituzionali dell'Abruzzo. A questo punto, sarà inevitabile che, all'Aquila, la decisione del Consiglio comunale di Pescara, assunta a maggioranza, finirà per suscitare aspre reazioni, le cui conseguenze sono imprevedibili. Per il momento, si registra il commento del sindaco, Pierluigi Biondi. «Il Consiglio comunale dell'Aquila» commenta, «non risponderà all'ordine del giorno per spostare il capoluogo a Pescara perché noi non facciamo cose che non hanno senso. Mi sembra un'isteria dettata dal clima pre-elettorale», prosegue, «voglio vedere quando qualcuno comincerà a parlare di qualcosa di serio». Biondi dice di non essere preoccupato per la situazione. «Si tratta di una cosa risibile» ha aggiunto. Certo è che la tensione politica è ai livelli di guardia e, a questo punto, lo stesso cammino della proposta di legge sulla fusione dei tre Comuni (Pescara, Montesilvano e Spoltore) rischia di subìre importanti ripercussioni.Durante la votazione di ieri pomeriggio, a Pescara, i consiglieri del M5s sono usciti. Contrari gli esponenti di Articolo 1.Alessandrini ha liquidato l'operazione definendola «una presa di posizione più inutile che dannosa, sia per quanti l'hanno proposta che per quelli che l'hanno sostenuta». Per il capogruppo del Pd, si tratta di un «atto tanto irresponsabile quanto irrilevante. Parafrasando Flaiano», dice Presutti, «se il voto espresso dall'aula consiliare potesse avere conseguenze serie, allora forse sarebbe stato un atto grave; ma poiché è in gran parte un tentativo di gettare sabbia negli ingranaggi della Nuova Pescara, è possibile stare ragionevolmente tranquilli». Chissà.

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