PESCARA - La questione del capoluogo di Regione sale di livello passando dai comunicati stampa agli atti formali.
Il Consiglio comunale di Pescara ha approvato oggi un ordine del giorno, mandando sotto la maggioranza di centrosinistra, con cui chiede formalmente la modifica dello Statuto e il cambio di capoluogo dall'Aquila alla città adriatica.
Nei giorni scorsi il tema è stato dibattuto da esponenti di centrosinistra e centrodestra, ma il caso sembrava "chiuso" da entrambe le fazioni, con la richiesta però di finanziamenti e leggi speciali se e quando sorgerà la Nuova Pescara una volta completa la fusione con Montesilvano e Spoltore. Così non è.
“Una presa di posizione più inutile che dannosa, sia per quanti l'ha proposta che per quelli che l'hanno sostenuta”, commenta il sindaco pescarese, Marco Alessandrini, mentre per il capogruppo del Pd, Marco Presutti, si tratta di “sabbia inutile negli ingranaggi della Nuova Pescara, la questione non è grave, né tanto meno seria”.
Il primo cittadino del capoluogo, Pierluigi Biondi, giudicando la vicenda "risibile", annuncia che "il Consiglio comunale dell'Aquila non risponderà a cose che non hanno senso".
IL VOTO CHE SPACCA IL CENTROSINISTRA
L'ordine del giorno, presentato dal centrodestra e approvato a maggioranza con i voti di alcuni 'ribelli' del Pd, chiede di avviare tutte le procedure, contestualmente all'iter relativo alla creazione 'Nuova Pescara', per far sì che la nuova realtà sia anche capoluogo di Regione.
È stato votato da 8 su 9 consiglieri di centrodestra e da 6 consiglieri di maggioranza.
Dai banchi del centrosinistra hanno votato a favore: Fabrizio Perfetto (Pd), Tiziana Di Giampietro (Pd), Adamo Scurti (lista civica), Riccardo Padovano (lista civica), Piernicola Teodoro (lista civica) e Giuseppe Bruno (lista civica).
Nove i contrari. Il Movimento 5 Stelle ha lasciato l'aula prima del voto.
LE REAZIONI
BIONDI: ''NON RISPONDIAMO A COSE CHE NON HANNO SENSO''
"Il Consiglio comunale dell'Aquila non risponderà all'ordine del giorno per spostare il capoluogo a Pescara perché noi non facciamo cose che non hanno senso".
Così il sindaco del capoluogo abruzzese, Pierluigi Biondi, commenta all'Ansa il voto dell'assise civica pescarese che ha deliberato per attribuire alla Nuova Pescara il titolo di capoluogo qualora vada in porto la fusione con Montesilvano e Spoltore.
Un primo atto formale dopo quasi una settimana di uscite mediatiche di centrosinistra e centrodestra, spaccati tra favorevoli e contrari.
"Mi sembra un'isteria dettata dal clima pre elettorale - prosegue Biondi - Voglio vedere quando qualcuno comincerà a parlare di qualcosa di serio".
Alla domanda se sia preoccupato per la situazione, il primo cittadino risponde con una risata e conclude: "Neanche per sogno. Si tratta di una cosa risibile". (alb.or.)
D'INCECCO (FI): ''NON SI PUO' PENSARE CHE NON SIA IL CAPOLUOGO''
"Quando crei una città importante come questa, che rappresenta un quinto dell'intera regione - dice all'Ansa il vice capogruppo di Forza Italia, Vincenzo D'Incecco - non puoi immaginare che non sia il capoluogo".
"Non si tratta di uno scippo all'Aquila: ci sono tanti strumenti per dare all'attuale capoluogo la possibilità di fare molte attività, magari con una legge speciale", conclude.
ALESSANDRINI: "VOTO NON AVRA' ALCUNA CONSEGUENZA''
“Al termine di una impegnativa giornata di Consiglio comunale il centrodestra ha voluto presentare e votare con una partecipazione massiccia (non ricordo una sessione pomeridiana che abbia visto la presenza di 8 consiglieri di centrodestra su 9) un ordine del giorno raffazzonato e singolarmente rivolto al Consiglio regionale e non all’amministrazione comunale", scrive il primo cittadino.
"Non sono sicurissimo che questo esercizio di stile troverà particolare accoglienza nel palazzo dell’Emiciclo, a partire dagli stessi gruppi consiliari di centrodestra in Regione - aggiunge - In sintesi si è trattato di un impiego non particolarmente efficace di un’ora di seduta consiliare, di un voto che senza la partecipazione unanime del centrodestra presente in aula sarebbe stato infruttuoso anche sul piano formale".
"Su quello sostanziale non dubito che non avrà alcuna conseguenza", assicura.
"La questione centrale resta la Nuova Pescara su cui questo Consiglio si è già espresso favorevolmente sin da luglio 2015 con una mozione che ottenne il voto quasi unanime dell’aula, incluso il centrodestra - conclude Alessandrini - e il cui cammino penso che procederà senza particolari intoppi, il che forse dispiacerà a coloro che hanno suggerito e sostenuto l’ordine del giorno odierno”.
PRESUTTI: ''SPOSTIAMO QUI ANCHE LE NAZIONI UNITE''
“Parafrasando in libertà Ennio Flaiano, se il voto espresso oggi dall’aula consiliare potesse avere conseguenze serie, allora forse sarebbe stato un atto grave - ironizza Presutti - Ma poiché la mossa odierna è in gran parte un tentativo di gettare sabbia negli ingranaggi della Nuova Pescara, cercando di agitare il drappo rosso di una nuova disputa per il capoluogo regionale, è possibile stare ragionevolmente tranquilli, la questione non è grave, né tanto meno è seria".
Secondo il capogruppo dem, "si tratta in buona parte di un voto figlio della volontà del centrodestra di buttare la questione in caciara, mai così compatto al voto, e del timore di qualche altro consigliere comunale di non essere rieletto qualora dovesse nascere una città nuova con un numero maggiore di elettori e un numero minore di seggi disponibili in consiglio comunale".
"Una preoccupazione in molti casi fondata - continua - ma non tale da apparire insuperabile rispetto a una scelta, quella della Nuova Pescara, votata a larga maggioranza dai cittadini con il referendum e che ha il respiro di una sfida in grado di rilanciare le funzioni di questo territorio nello scenario adriatico".
"Il timore e il calcolo personali o di fazione non possono prevalere su un interesse collettivo così strategico e soprattutto non possono riaprire una questione definita da decenni come quella del capoluogo - aggiunge ancora - Abbiamo bisogno di unire, non di dividere".
"Non escludo, comunque, che anche in futuro non possano essere votati ordini del giorno non meno rilevanti di quello odierno: vista la bella opportunità rappresentata dall’ospitare in città una sede extraterritoriale come quella dell’Icranet nella vecchia stazione, qualche consigliere potrebbe sempre proporre un ordine del giorno per trasferire qui da Ginevra l’Ufficio delle Nazioni Unite", ironizza ancora.
"Perché arrampicarsi sino in Svizzera, quando è così comodo starsene qui in riva all’Adriatico?”, conclude Presutti.