Sì alla Nuova Pescara capoluogo di regione. Con un voto a sorpresa che ha spiazzato e messo sotto il sindaco Alessandrini, il consiglio comunale ha approvato ieri sera con 14 sì e 9 no un ordine del giorno proposto dal centrodestra e sostenuto da sei esponenti della maggioranza: «Noi abbiamo votato in blocco e dal fronte opposto si sono schierati per il sì anche i consiglieri Peppino Bruno, Fabrizio Perfetto, Piernicola Teodoro, Tiziana Di Giampietro, Adamo Scurti e Riccardo Padovano» ha commentato il capogruppo di Forza Italia, Marcello Antonelli. Al momento del voto M5S ha lasciato l'aula. «Il Pd con il capogruppo Presutti ha cercato di far sospendere il documento per approfondimenti, ma questo non è avvenuto» ha aggiunto Antonelli. L'ordine del giorno, con una premessa che parte dall'esito del referendum vinto dai favorevoli alla costituzione della Nuova Pescara, si conclude con un invito al consiglio regionale «a prevedere, con l'approvazione del Ddl, la modifica e l'adeguamento degli strumenti statutari e legislativi tesi all'individuazione del Comune di Nuova Pescara quale capoluogo di Regione». Dunque sì alla fusione e sì anche a Pescara capoluogo d'Abruzzo. Una provocazione che non avrà effetti concreti ma sul piano politico rappresenta un colpo basso per la maggioranza e per il sindaco che domani, tra l'altro, parlano di Nuova Pescara nel convegno organizzato all'auditorium Petruzzi. Ieri mattina, come un sol uomo il gruppo Pd aveva manifestato solidarietà all'assessore Giacomo Cuzzi, favorevole alla Nuova Pescara capoluogo di regione e che per questo s'è beccato una richiesta di espulsione dal partito da Pierpaolo Pietrucci e Sandro Mariani, consigliere e capogruppo regionale all'Aquila. «Una comunità politica condivide in primo luogo valori e regole non sindacabili, tra questi sicuramente non c'è il reato d'opinione, salvo tesi farneticanti e criminali in violazione di principi costituzionali» si legge nella nota firmata da sindaco e consiglieri Pd. «Pertanto rispediamo al mittente le dichiarazioni inopportune e offensive di chi vorrebbe addirittura espulso dal partito chi si è permesso di affermare tesi divisive. Siamo un partito aperto e inclusivo, in cui nella responsabilità di fronte alla comunità resta e deve restare possibile articolare un dibattito che non conosca argomenti tabù». Richiesta di dimissioni per Cuzzi (e Cantagallo) respinta con decisione, in una nota, anche dal segretario cittadino Pd Moreno Di Pietrantonio.