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Pescara, 24/11/2024
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18/11/2017
Il Centro
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Trovato morto Conti, paladino dell'ambiente. Il corpo del generale rinvenuto nell'auto. Alla guida della Forestale scoprì la discarica di Bussi. Accanto, una pistola e dei biglietti. In molti non credono al gesto estremo. La Procura ha aperto un'inchiesta |
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PACENTRO Il corpo ripiegato all'interno di una Smart grigionera parcheggiata tra i tornanti della Provinciale che collega Sulmona a Pacentro l'ha scoperto alle 21 di ieri Sandro Moroni, suo ex collega della Forestale. Accanto c'erano una pistola e diversi biglietti. Tutt'intorno il buio, come quello che avvolge il dramma di Guido Conti, 58 anni, di Sulmona, generale dei carabinieri forestali che di recente ha abbandonato la divisa per passare con un ruolo di dirigente all'azienda energetica Total. La morte risalirebbe a qualche ora prima del ritrovamento, come accertato dal medico legale, ma sulla tragedia aleggia un velo di mistero. Chi conosce Conti, uomo tutto d'un pezzo, rifiuta l'ipotesi del gesto estremo. E fa le congetture più disparate, anche in considerazione del suo passato lavorativo, fatto di inchieste importanti per la lotta ai reati ambientali, a cominciare da quella sulla mega discarica di Bussi. I carabinieri, sul posto il maggiore Edoardo Commandè a capo del nucleo investigativo provinciale dell'Aquila e il comandante della compagnia di Sulmona, Florindo Basilico, non tralasciano alcuna pista e stanno ricostruendo le ultime ore di vita del generale. Da accertare anche la provenienza della pistola trovata in macchina: Conti aveva restituito quella di ordinanza ma privatamente possedeva diverse armi. La Procura ha aperto l'inchiesta e sul luogo della tragedia è arrivato in nottata anche il procuratore capo di Sulmona, Giuseppe Bellelli. Seguite nel giro di qualche minuto dalla sorella dell'uomo, Silvia, comandante della polizia stradale di Pescara, e dalla cugina Maria Grazia, magistrato. Sono stati chiamati i vigili del fuoco per illuminare la zona alla ricerca di tracce utili. Alle indagini stanno partecipando anche i carabinieri del Ros (Reparto operativo speciale). Tutta l'area è stata interdetta all'accesso dei curiosi che in breve tempo hanno raggiunto Pacentro. Guido Conti è uscito di casa verso le 9.30 di ieri salutando la moglie Anna e si è allontanato sulla Smart di una delle figlie. Doveva tornare per pranzo e l'insolita mancanza di puntualità ha insospettito la consorte. Sono iniziate le telefonate, ma il cellulare di Conti risultava irraggiungibile. Anche le chiamate a parenti e amici non hanno dato gli esiti sperati. Del generale si sono perse le tracce e ben presto sono scattate le ricerche. Il telefonino è stato monitorato dagli investigatori che sono riusciti a rintracciare tutte le chiamate in entrata per capire chi potesse aver contattato Conti. La preoccupazione è cresciuta col trascorrere delle ore, anche in seguito alla scoperta che il suo profilo Facebook era stato cancellato, ma nessuno immaginava un epilogo così tragico. La vettura di Conti è stata trovata in una zona isolata della Valle Peligna, lungo una strada chiusa al traffico da tempo. Conti, che lascia le figlie Federica e Mariella, si era congedato col grado di generale di brigata. Prima di lasciare il servizio era stato il comandante regionale dei carabinieri forestali dell'Umbria, con sede a Perugia. Nel suo passato, poi, ci sono incarichi di comando nel Corpo forestale di Pescara, Avezzano e Sulmona. Era stato a capo del Nucleo investigativo dell'Aquila e responsabile del Centro territoriale ambientale del Parco Sirente-Velino. Inoltre, è stato docente di materie legislative e selviculturali nelle scuole allievi sottufficiali e agenti Cfs di Cittaducale e Sabaudia. Noto per le sue grandi inchieste, da quella di Bussi alla strada Mare Monti, fino alla Cabina di regia di Spoltore. E, ancora, Blu river sui fiumi inquinati da diossina, il sequestro delle antenne di San Silvestro, i traffici di rifiuti che hanno scoperchiato sistemi illeciti e diffusi. Un personaggio scomodo a molti e per tali ragioni i carabinieri vogliono approfondire l'indagine.
Alla guida della Forestale scoprì la discarica di Bussi Grazie a lui si avviò il processo per disastro colposo sull'inquinamento delle acque Sue le indagini sull'imponente truffa milionaria ThyssenKrupp e sul G8 dell'Aquila
SULMONA Numerose sono le inchieste del comandante Guido Conti in tanti anni di servizio nel Corpo forestale dello Stato, sia in Abruzzo, che in Umbria.Il suo fiuto da uomo di legge, il suo intuito da ambientalista e la sua preparazione sui temi ecologici e scientifici, ne hanno fatto un investigatore di alto livello e capace di spaziare in diversi settori.INCHIESTA BUSSI. Tra le più note c'è quella sulla discarica più grande d'Europa, finora. Tutto ebbe inizio nella primavera del 2007, quando il Corpo forestale scoprì, sepolta nella verdeggiante Valle del fiume Pescara, la discarica abusiva di rifiuti tossici, una superficie grande come venti campi di calcio, per un totale di 500 mila tonnellate di rifiuti. Il sito industriale e le discariche tossiche dello stabilimento Montedison di Bussi, avevano avvelenato le acque di falda e fatto scattare un processo per disastro colposo. A febbraio i giudici della corte d'Assise d'appello dell'Aquila hanno inflitto dieci condanne tra i due e i tre anni. Pene condonate in blocco, in quanto gli eventi risalivano a prima del 2006.MARE-MONTI. L'inchiesta sulle strade fantasma in Abruzzo risale alla fine degli anni '90 e coinvolge personaggi di rilievo con gare truccate, conti all'estero, pubblici ufficiali corrotti e una strada, quella che da Penne doveva arrivare a Pescara, che ha visto l'utilizzo di appalti truccati. CABINA DI REGIA. Le indagini portarono, nel luglio 2011, alla caduta del consiglio comunale di Spoltore guidato all'epoca da Franco Ranghelli, coinvolgendo l'allora presidente del consiglio regionale, architetto di Spoltore, Marino Roselli.Secondo l'accusa, sarebbe stato costituito una sorta di consiglio comunale ombra o una giunta occulta. Una sottospecie di "P4 di paese", che riusciva però a determinare le decisioni degli organi istituzionali "democratici".RIPETITORI TV. Le indagini guidate dal comandante Conti erano spesso multisettoriali e si muovevano in diversi comparti ambientali, fino ad arrivare alle autorizzazioni dei ripetitori. Fece molto scalpore l'inchiesta nei confronti delle reti tv nazionali e regionali in Abruzzo. Molte furono scoperte che erano attive e trasmettevano senza rispettare le regole.THYSSENKRUPP. Un'imponente truffa milionaria, messa a segno ai danni delle acciaierie della ThyssenKrupp di Terni venne scoperta dalla Forestale di Terni, sotto la direzione della procura della Repubblica umbra, e portò all'arresto di 8 persone. Ci furono sequestri a Terni, Bergamo, Fabriano e Brescia con 17 persone indagate. Conti era comandante regionale.IRON. Una grossa indagine durata diversi anni e conclusa nel 2015, è quella sui maxi traffici di rifiuti in Umbria, con più di 290 persone coinvolte e denunciate, Iron 1, Iron 2 e Iron 3. Al centro della rete c'era una ditta della provincia di Perugia. Un folto gruppo di trasportatori, tutti abusivi, aveva il punto di riferimento in Umbria, dove ci si occupava di demolizioni e recuperi. Secondo l'accusa, nel corso degli anni erano state convogliate enormi quantità di materiali: i pezzi più pregiati venivano venduti all'azienda che poi, a sua volta, li rivendeva, mentre quelli di scarso valore venivano smaltiti anche in fossi o in discariche improvvisate. Nell'ultima fase furono emessi 86 avvisi di garanzia, per traffico illecito di rifiuti ferrosi. Le operazioni Iron 1 e Iron 2, che avevano portato all'emissione di 287 avvisi di garanzia, portarono poi a Iron 3. INQUINAMENTO FIUMI. Conti aveva sempre cercato di lavorare a inchieste per la salvaguardia del territorio e dei corsi d'acqua. Sono numerose le indagini su inquinamenti delle falde acquifere. Memorabile l'inchiesta sui fiumi alla diossina, con sequestri in mezzo Abruzzo di impianti di depurazione di rifiuti liquidi e acque reflue, con grossi giri d'affari.ALTRE INCHIESTE. Con la Forestale, Conti aveva anche collaborato ad altre inchieste, tra cui quelle più note del G8 dell'Aquila e di Roma. Pur rivestendo i panni di generale di brigata e comandante della Regione carabinieri forestale dell'Umbria, Conti si era interessato anche del disastro ambientale della sua terra, dopo l'incendio del Morrone.
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