«La Nuova Pescara non sarà il capoluogo d'Abruzzo, ma sarà il capoluogo del medio Adriatico». Il capogruppo regionale di Forza Italia Lorenzo Sospiri guarda oltre la nuova polemica sull'attribuzione del capoluogo di regione qualora la Nuova Pescara diventi effettivamente realtà, con la fusione di Pescara, Montesilvano e Spoltore, entro il primo gennaio 2019 come previsto dalla proposta di legge del presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso. Così ieri Sospiri, forte dell'approvato ordine del giorno con cui il consiglio comunale ha ufficializzato la candidatura di Nuova Pescara a capoluogo, ha già prospettato quello che dovranno essere i ruoli futuri dell'Aquila e della Nuova Pescara. «Noi - spiega il capogruppo regionale di Forza Italia - non viviamo una competizione con L'Aquila ma con l'Italia, perché vogliamo riposizionare Pescara in uno scenario competitivo nel medio Adriatico, riprendendoci quello che una debole politica regionale ha concesso ad altri, a partire dall'Autorità portuale finita ad Ancona con il Centro operativo merci e passeggeri di Ferrovie dello Stato, per non parlare dell'autostrada a quattro corsie che finisce nelle Marche, dell'assenza della Corte d'appello e del Tribunale delle imprese».
LE RISORSE
Insomma, la Nuova Pescara dovrà essere una piattaforma erogatrice di servizi, ma nel mezzo c'è la proposta di legge regionale - per istituire quella che con i suoi 200 mila abitanti sarebbe la 17esima città italiana - che però non precisa la copertura finanziaria. «Il consigliere aquilano Pierpaolo Pietrucci - ricorda Lorenzo Sospiri - nel 2014 ha depositato una proposta di legge per L'Aquila capoluogo, prevedendo un finanziamento di 700 mila euro l'anno - per una città di 72 mila abitanti - derivanti dallo 0,5% del gettito bollo auto regionale. Allora, fatte le dovute proporzioni su 200 mila abitanti, a Pescara bisognerà assegnare 2.100.000 euro l'anno». Per questo, il capogruppo regionale forzista presenterà emendamenti alla proposta di legge dalfonsiana: «Se diamo all'Aquila le risorse per riaffermare il suo ruolo di capoluogo regionale - conclude Sospiri - dovremo dare tre volte di più alla Nuova Pescara per salvare l'economia regionale, offrendo servizi che dalle basse Marche all'alta Puglia non sono in grado di offrire».
IL CONVEGNO AL PETRUZZI
E stamani alle 10 all'Auditorium Petruzzi se ne vedranno delle belle al convegno del Pd sulla Nuova Pescara promosso dal Pd cittadino presieduto da Moreno Di Pietrantonio. Intervengono, tra gli altri, i tre sindaci protagonisti della fusione, Marco Alessandrini, Francesco Maragno per Montesilvano e Luciano Di Lorito, nonché Luciano D'Amico, oggi rettore dell'Università di Teramo, che Luciano D'Alfonso vedrebbe bene al timone della Nuova Pescara.
Il Consiglio unito a difesa del capoluogo
Com'era prevedibile, il consiglio comunale non è rimasto muto alle minacce di scippo del capoluogo. Su impulso del centrosinistra l'assise ha approvato all'unanimità un ordine del giorno relativo alla vicenda del capoluogo di regione. «Fermamente convinti che su alcune questioni prevalga il senso di appartenenza alla città piuttosto che al colore politico si legge nel documento - esprimiamo la massima disponibilità istituzionale e politica nei confronti di qualsiasi azione il sindaco voglia porre in essere a tutela della dignità costituzionale, statutaria regionale e storica della nostra città». «L'onore di fare il sindaco dell'Aquila, in giornate come queste è rafforzato e mi sento orgoglioso di poter parlare a nome di tutto il Consiglio comunale. Ritengo ha esordito in aula il sindaco Pierluigi Biondi che l'ordine del giorno approvato dal Consiglio di Pescara sia un atto da non sottovalutare, figlio di una politica antistorica, risibile, che non vuole bene ai territori e all'intero Abruzzo». «Questa città il ruolo di capoluogo se l'è guadagnato per la sua storia, per la sua tradizione, per la sua cultura millenaria. Un ruolo che si è guadagnato anche in piazza, con la rabbia e il sacrificio di tanti giovani aquilani. Una breve, ma intensa, vicenda che ha portato al risultato che oggi sappiamo e che è sancito a chiare lettere, ed è stato ribadito anche recentemente, ovvero che L'Aquila è il capoluogo della regione Abruzzo». «Credo che questa necessità, del tutto elettoralistica, della peggiore specie, sia finalizzata a riscaldare animi che dovrebbero dedicarsi a cose ben più importanti e nobili». Biondi ha parlato di sciacallaggio politico e crimine intellettuale perpetrato contro una città che soffre e sta cercando di rialzarsi. «Noi agiamo come i galantuomini con un atteggiamento diverso, più alto, più responsabile ha concluso Biondi - Non daremo una risposta uguale e contraria a all'atto approvato dal Consiglio comunale di Pescara che non va sottovalutato, perché altrimenti legittimeremmo una scelta di quel genere». Il centrosinistra ha enfatizzato l'approvazione del documento. Il capogruppo del Pd, Stefano Palumbo, definendo la vicenda surreale, ha delineato la situazione imbarazzante del centrodestra dilaniato fra costa e L'Aquila. «Ora l'appello è al sindaco anche a risolvere il problema interno del centrodestra, quello di Pescara e quello aquilano». Sulla stessa scia Stefano Albano: «Alessandrini a Pescara è stato un sindaco responsabile: ha chiesto di votare contro il folle ordine del giorno ed è andato sotto. É vero, nel Pd due consiglieri non sono stati in linea: chiederemo che siano sottoposti alla Commissione di Garanzia del partito». «Riteniamo che la difesa della nostra città passi solo attraverso l'unione del consiglio comunale ha aggiunto Giustino Masciocco, MdP - . Oggi Biondi è il mio sindaco che in questo momento difende la mia città. Chiaro che sugli atti non faremo sconti, ma questa è un'altra cosa». Americo di Benedetto ha parlato di «attentato allo Statuto regionale», mentre Paolo Romano ha chiesto che la legge regionale L'Aquila Capoluogo sia varata prima della Nuova Pescara.